Il Capitolo della Comunità a Marango sabato 9 ottobre

Sinodo: prepararsi alle sorprese 


In calce il link per poter scaricare il libretto che ha guidato la riflessione e, in attesa della sintesi di quanto emerso. Qui di seguito, invece, l'introduzione di don Nandino:


"Lo scorso 13 maggio abbiamo ripensato il cammino della nostra comunità della Cita e il 13 giugno abbiamo voluto stare insieme, “Comunità in festa”. Fin dalle condivisioni in Zoom e dopo la Messa, con i TRE PANI (delle RELAZIONI, del CELEBRARE e della CARITA’) abbiamo raccolto e condiviso i preziosi suggerimenti di tutte e tutti:

 

·      “Dovremmo ripensare tutta la pastorale e non solo riprendere come facevamo prima” (Gino)

·      “La pandemia ha dato sacralità alla vita quotidiana e al sacerdozio comune di tutte e tutti!” (Agnese)

·      “Alla fine abbiamo soprattutto un grande bisogno di incontrarci!” (Lara)

….   ….. ….   ….. 

 

PER NOI VENEZIANI…È EFFICACE L’IMMAGINE DELLA BASSA MAREA…

La pandemia ha avuto l’effetto simile a quello della bassa marea che mette in luce il fondale, portando alla vista tutto ciò che prima era nascosto e sommerso…

GUARDIAMO INSIEME IL FONDALE…

 

ü  abbiamo scoperto che siamo tutti fragili, tutti connessi gli uni agli altri. Ma quanta voglia di ritrovarci e ascoltarci!

ü  Questa è l’eredità dei mesi di pandemia: un cristianesimo che si fa affetto/vicinanza con le persone, vissuto come cura, partecipazione, rapporto personale, senso caldo di responsabilità. È il grande dono che abbiamo vissuto nei mesi di tanta solitudine e di forzata distanza. Ma adesso non ci sono più incontri? Per paura e per rispetto delle norme?

ü  I poveri, i fragili, gli anziani, i migranti, ci hanno mantenuto in stato di servizio. Nel buio della crisi pandemica abbiamo coltivato i due Progetti Laudato Sì e tenuto aperta la Mensa. Volevamo prenderci cura delle singole persone e delle famiglie e abbiamo inventato alla Cita l’operazione DO-MANI alla speranza. Ma quanti sono rimasti soli e senza un sostegno, anche nel quartiere…

ü  Con la porta della nostra chiesa aperta abbiamo capito che c’è già una Chiesa fuori; esiste una Chiesa che aspetta, una chiesa di desiderio in molte persone. Un bene da intercettare. Ma il mondo intero bussa e chiede attenzione.

ü  La Parola ha continuato a convocarci e la festa della domenica a radunarci come famiglia di famiglie. Ma tanti non partecipano e non sappiamo come raggiungerli…

ü  I giovani scout si sono appassionati all’animazione del canto e con segni e simboli abbiamo segnato itinerari comunitari che evidenzino l’anno liturgico. Ma 

ü  La casa è diventata luogo di chiesa e papa Francesco ha continuato a chiederci di rendere domestico il mondo, cioè di rendere i tanti spazi del mondo abitabili come una famiglia. Ma ognuno resta a casa sua…

ü  La Chiesa è seme di fraternità. Cipriano di Cartagine chiama la Chiesa “Fraternità”, essa crea la “cultura dell’incontro”, ricompone il tessuto umano lacerato. È cresciuta la Fraternità islamico-cristiana ma anche l’insofferenza verso i diversi e i poveri…

ü  LA SINODALITA’ sembra la chiave del futuro! Ma le collaborazioni pastorali si sono arenate, la Diocesi propone un Orizzonte pastorale di ascolto e discernimento. Ma non si intuisce dove poter/dover poggiare i prossimi passi…".


Ecco link dell'opuscolo:

https://drive.google.com/file/d/1a_fxnnOucrzGNwP0NOEGlSNl7SXzNPPN/view?usp=sharing




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