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Il Sudan grida al tradimento

Dopo il golpe i militari reintegrano il premier Hamdok, ma la piazza non crede all’accordo e denuncia: “Ci avete tradito”


Un "accordo" contestato per i suoi molti punti oscuri

Sulla scena politica sudanese pesa, ancora una volta, l’incognita sul ruolo dei militari. Anche dopo il reinsediamento del premier Hamdok, seguito al tentato golpe di ottobre, non sono chiari gli equilibri di potere sanciti dall’accordo che ha permesso al governo di transizione di rimettersi in moto. Dodici ministri del governo di transizione si sono dimessi in segno di protesta contro l'accordo tra Hamdok e i militari e le proteste dei cittadini continuano. In questo contesto c’è il rischio che anche l’attuale premier perda il sostegno dell’opinione pubblica, che non capisce fino a che punto Hamdok riesca a imporsi sui generali e quanto questi ultimi tengano in pugno l’esecutivo. In assenza di figure politiche alternative altrettanto credibili sul piano internazionale, l’erosione di credibilità di quelle attuali potrebbe avere effetti rovinosi sulla stabilità del paese

Il link al servizio dell'ISPI:

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