Gli italiani sono sempre più favorevoli ad aumentare le spese militari e si esprimono in modo per lo più contrario alla vendita di armi, a meno che non sia vincolata al rispetto dei diritti umani da parte del Paese acquirente. I dati del sondaggio Laps-IAI sulla percezione degli italiani verso la politica estera
Cresce il sostegno degli italiani alle spese per la Difesa. Complice l’aumento delle sfide alla sicurezza nazionale (dalla pandemia agli attacchi cyber), circa il 60% dell’opinione pubblica è favorevole all’incremento del budget militare. Lo rileva il Laboratorio analisi politiche e sociali (Laps), che ha pubblicato il rapporto annuale sulle opinioni e sugli orientamenti degli italiani in merito ai molteplici temi di politica estera, dall’Afghanistan all’emergenza climatica, dal G20 all’immigrazione.
Rilevante e significativo è l’aumento registrato quest’anno sul sostegno per l’aumento delle spese militari, rispetto alla stessa indagine condotta nel 2018: si è infatti passati da un 46% a un 60%.
Diversa e più controversa è invece la questione che riguarda la vendita di armamenti all’estero. Il 46% degli intervistati pensa che si dovrebbero vietare del tutto le vendite di armi all’estero perché pericolose per la stessa pace nel mondo, a questi si aggiunge un 48% del campione che pensa che la vendita di armi all’estero debba essere vincolata ai soli Paesi che rispettano i diritti umani, mentre un tasso marginale del 6% pensa che si dovrebbe consentire una vendita di armi all’estero senza alcuna restrizione perché secondo loro può apportare benefici economici e politici.
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