Parte dal raccapricciante destino dei corpi dei santi del passato la riflessone del biblista Alberto Maggi:
“Se al disfacimento dell’uomo esteriore non corrisponde il rinnovamento di quello interiore, si corre il rischio di invecchiare esteriormente senza ringiovanire interiormente, essere decrepiti fuori e dentro, diventare vecchi nel corpo e nello spirito (…)
Un antropologo o uno psicologo potrebbero certamente spiegare le origini e i motivi di queste pie perversioni che nulla hanno a che fare con Gesù e il suo messaggio. Queste pratiche di imbalsamazione e mummificazione dei cadaveri di santi e beati, sono indubbiamente in contraddizione con quanto la fede cristiana afferma riguardo la vita, la morte e la risurrezione.(...)
Gesù, per far comprendere che la morte non interrompe la vita, ma introduce l’individuo in una nuova dimensione, e che la morte non è una fine, ma una trasformazione che permette alla persona di liberare tutta l’energia d’amore che ha in sé, adopera immagini prese dal ciclo vitale della natura, dove è tutto un susseguirsi di nascita e di morte, e porta l’esempio del chicco di grano caduto in terra, che “se non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto” (Gv 12,24).
Il suo intero intervento a questo link:
https://www.illibraio.it/news/storie/santi-e-imbalsamati-1390186/
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