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1^ Domenica di Quaresima - Lc 4,1-13

Luca afferma che Gesù fu sottoposto ad “ogni specie di seduzione”, quindi le tre che ci racconta (tre il numero perfetto!) sono una sintesi di tutte quelle possibili di fronte alle quali ogni uomo si trova nella sua vita e rappresentano i modi errati di rapportarsi con le cose, con le persone e con Dio.



In questo primo periodo del Tempo Ordinario, la Liturgia ci ha proposto un itinerario con il quale ha delineato prima il punto focale della missione di Gesù: dare avvio all’Anno di Grazia e, con questo, al Regno del Padre. Poi, lungo il lago, ha detto che il compito dei suoi discepoli è quello di tirar fuori gli uomini dal mare, cioè dalla realtà di morte, di vita lontana dal progetto d’amore di Dio. Con le Beatitudini ci ha delineato il suo modo di vivere da imitare: essere degli anawim (=poveri) del Padre cioè persone che hanno coscienza della loro realtà e che si affidano al Padre per avere la capacità di portare a compimento la sua creazione. Due Domeniche fa, con la proposta attorno al fulcro della “regola d’oro”, ci ha presentato l’identikit del Padre da imitare: siate “misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” che è “è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”, cioè datori di vita verso tutti. Infine la scorsa Domenica Luca si è preoccupato delle dinamiche all’interno delle Comunità e delle possibili distorsioni, evitabili se si rimane stretti all’unico metro di misura che ci è dato: la Scrittura. Questa è l’albero buono che può dare solo frutti buoni con i quali quale nutrirsi, che è luce per i nostri occhi e lampada per il nostro cammino (Ps 118,105).

 

Con queste indicazioni in bisaccia ci è possibile iniziare il Cammino quaresimale verso l’evento centrale della nostra fede: la memoria della passione-morte-risurrezione di Gesù. Come ogni anno il primo passo è il ricordo delle sue tentazioni, del modo con il quale le ha affrontate per indicarci come anche da noi possono essere riconosciute e superate.

Dopo il Battesimo nel quale Gesù si è immerso, quasi confondendosi, nell’umanità pellegrinante verso il Battista, per due volte viene nominato lo Spirito Santo che “riempie” Gesù e lo conduce nel deserto dove rimarrà quaranta giorni. Questo numero indica la durata di una vita e il cammino dell’Esodo del popolo di Israele dove fu “tentato” (Dt 8,22) o letteralmente e molto meglio, “messo alla prova” come lo fu anche Abramo. È nell’episodio del “legare di Isacco” (Gn 22) che significativamente questo verbo appare per la prima volta nella Scrittura. Quindi l’Evangelista ci vuol dire che Gesù come noi fu “tentato” lungo tutta la sua vita e lo sottolinea anche con il fatto che posizione all’inizio e alla fine della vita di Gesù il racconto di due tentazioni da parte del diavolo: quelle all’inizio del suo ministero, e quella sotto la croce: "Se (“siccome” o “poiché” sono le traduzioni più corrette di questa proposizione causale e non dubitativa) sei il Figlio di Dio scendi dalla croce" (Lc 23,39).

Quelle che Luca ci racconta ci paiono lontane da noi, dalla nostra vita concreta, forse anche stravaganti o impossibili. Ma il è un linguaggio simbolico e, piuttosto di “tentazione”, una migliore traduzione del termine che racconta l’opera del divisore è il suo agire per “sedurre”. Luca afferma che Gesù fu sottoposto ad “ogni specie di seduzione”, quindi le tre che ci racconta (tre il numero perfetto!) sono una sintesi di tutte quelle possibili di fronte alle quali ogni uomo si trova nella sua vita e rappresentano i modi errati di rapportarsi con le cose, con le persone e con Dio.

La prima seduzione (trasformare delle pietre in pani) è relativa alla possibilità di servirsi del proprio potere per aggirare le difficoltà che si incontrano nella vita evitando così di affrontarle e di misurarci con queste. Gesù ha sempre usato il suo potere ma mai per se stesso, sempre per gli altri, non ha mai voluto privilegi. Invece quando noi ripieghiamo egoisticamente su noi stessi senza pensare agli altri, quando si impiegano le doti che abbiamo per soddisfare i nostri desideri adeguandoci alla mentalità corrente nella quale ciascuno cerca di arrangiarsi pensando solo al proprio tornaconto: è cedere a questa prima seduzione.

La seconda seduzione (“Ti darò tutti i regni …”).  Qui la scelta è fra il dominare e il servire, fra il competere e il divenire solidali, tra l’autorità e l’autorevolezza. Quest’ultima è un dono supportata dal lavoro di chi è chiamato ad esercitarla, ma può trasformarsi in potere quando diventa dominio sull’altro adeguandosi ai principi di competizione di questo mondo. È il contrario dell’invito ad amare i nemici, ad essere misericordiosi come il Padre, datori di vita.

La terza seduzione è la più pericolosa perché mette in causa il rapporto fra l’uomo e Dio: “Buttati giù dal pinnacolo del tempio – dice il tentatore – perché sta scritto…”. È l’uso della Scrittura per minare alla base il rapporto con Dio, per insinuare il dubbio e far nascere la necessità di avere delle prove: “Il Signore è in mezzo a noi, sì o no?” (Es 17,7). È una domanda attualissima in mille situazioni quotidiane. Il Signore non ci risparmia le prove e la fatica del vivere, ma ci assicura il suo sostegno.

Gesù come supera queste seduzioni? Rimanendo ancorato alla Scrittura: i no che dice al Divisore è un sì sempre più aderente alla volontà di servizio del Padre. Una precisa indicazione per noi.

(BiGio

Fotovoltaico su tutti i grandi tetti: a Zurigo scatta l’obbligo di installare i pannelli solari su quelli di oltre 300 mq

l Cantone di Zurigo ha deciso di obbligare l'installazione di pannelli solari sui grandi tetti e su quelli esistenti entro il 2040, per aumentare la produzione di energia rinnovabile locale. Si punta anche a sviluppare tecnologie per immagazzinare l'energia estiva per l'inverno, finanziando un fondo tramite una piccola tassa sull’elettricità. 


Il Governo del Cantone di Zurigo ha deciso di puntare in grande sull’energia solare, obbligando l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti più grandi.
Secondo i calcoli del Consiglio di Stato, con questo piano si potrebbero produrre fino a 6 TWh di elettricità rinnovabile in più ogni anno, quasi i due terzi del consumo elettrico del Cantone. Di tutto il potenziale solare di Zurigo, circa il 60% si concentra su appena il 20% dei tetti.
Per sfruttare al meglio questa risorsa, il Governo ha previsto l’obbligo di installare pannelli su tutti i tetti idonei con una superficie superiore ai 300 metri quadri. Questa misura vale per i nuovi edifici, ma anche per quelli già esistenti: in questi ultimi, i pannelli dovranno essere aggiunti in caso di ristrutturazione del tetto o, al massimo, entro il 2040. Naturalmente, l’obbligo varrà solo se l’installazione dei pannelli sarà economicamente vantaggiosa nel lungo periodo...

L'articolo di Giorgia Burzachechi è a questo link:

https://www.greenme.it/ambiente/energia/fotovoltaico-su-tutti-i-grandi-tetti-a-zurigo-scatta-lobbligo-di-installare-i-pannelli-solari-su-quelli-di-oltre-300-mq/

Nasce il coordinamento famiglie delle vittime di abuso

Nella prima settimana di febbraio è stata presentato il Coordinamento dei genitori delle vittime di abuso («Coordinamento famiglie sopravvissuti»), che ha origine, ma è indipendente, dalla Rete l’abuso.


L’ascolto delle varie testimonianze ha fatto emergere un dato ovvio, ma poco evidenziato: chi è abusato vive in una famiglia, ha una famiglia. E questa, quando viene a conoscenza dell’abuso subìto, si trova a vivere un tragico “copione”, come lo definiscono i genitori che hanno raccontato il dramma vissuto.

Ci sono i genitori di figli che, abusati, non hanno retto allo sconvolgimento personale provocato dall’abuso e si sono suicidati.

Poi ci sono i genitori dei “sopravvissuti” che hanno dovuto elaborare la triste scoperta. Una coppia ricordava come, ignara, cercasse di giustificare agli occhi del proprio figlio il giovane prete che consideravano come uno di famiglia, il quale in pubblico maltrattava il loro figlio e poi ne abusava. Quella coppia si trova d’improvviso sola e isolata proprio da quella comunità di cui spesso sono membri attivi...

La presentazione di questo Coordinamento a cura di Elsa Antoniazzi è a questo link:

https://www.settimananews.it/famiglia/nasce-coordinamento-genitori-delle-vittime-abuso/?utm_source=newsletter-2025-02-25

Afghanistan, un paese dimenticato

Alberto Cairo, dal 1990, coopera in Afghanistan, con Croce Rossa Internazionale e con la ONG italiana Nove, per l’assistenza sanitaria e sociale di donne e di persone disabili e in povertà. Risponde alle domande – mentre si trova per qualche giorno in Italia – sulla situazione di un Paese dimenticato dalla comunità internazionale.


L’Afghanistan non è certamente un Paese al centro della attenzione, né in Europa né altrove. Mi pare di avvertire persino una sorta di irritazione quando parlo dell’Afghanistan e dei problemi della gente con cui convivo e vivo da 35 anni.

Il fatto che non se ne parli in Tv non significa che vada tutto bene. Si sa che non è affatto così: farlo rilevare – sicuramente in mezzo a tanti altri gravissimi problemi internazionali – fa scattare, appunto, una sorta di irritazione. La situazione è pesante. Noi che lavoriamo là, accusiamo questa “dimenticanza”...

L'intera intervista a cura di Giordano Cavallari è a questo link:

https://www.settimananews.it/informazione-internazionale/afghanistan-un-paese-dimenticato/?utm_source=newsletter-2025-02-25

Se Hamas, come pure gli estremisti ebrei israeliani, infieriscono su bimbi e pacifisti, recidono anche l'ultimo filo di speranza

Gli uomini di Hamas sono terroristi assassini, e chi rivendica loro un ruolo di combattenti per la libertà sbaglia o mente. Sono assassini, anche se non tanto diversi da chi fra gli estremisti israeliani, e perfino fra i loro rabbini, ha invocato la morte per tutti i palestinesi, anche i neonati.

Non si può non restare sconvolti di fronte al macabro spettacolo di giovedì a Khan Younis, con le bare dei due fratellini, quella della loro madre e quella del pacifista israeliano Oded Lifshitz, restituite a Israele da Hamas tra una folla di palestinesi plaudenti. Sono i due bambini dai capelli rossi, quelli che abbiamo sperato per mesi che fossero ancora in vita, quelli divenuti simbolo degli ostaggi.

Chiaro è il messaggio di questa parata, coi miliziani di Hamas incappucciati e le mitragliette alzate, i nomi dei morti sulle bare, le musiche allegre dietro, e tutti quei bambini palestinesi fatti radunare da Hamas sullo sfondo, troppo piccoli per capire che stavano festeggiando l'assassinio di altri bambini come loro: Hamas non è vinto e rivendica il 7 ottobre e i suoi morti. Non importa chi questi siano. Nessuna pietas né verso i neonati né verso quell' ebreo di 84 anni che tutti conoscevano per l'amicizia e l'aiuto che dava a palestinesi.

L'articolo di Anna Foà è a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202502/250222foa.pdf

La penitenza è un sacramento? Una domanda per la quaresima

Avvicinandosi la quaresima, il cammino ecclesiale dovrà porre di nuovo la domanda sul “fare penitenza” che sembra caratterizzare in modo particolare proprio questo tempo dei 40 giorni. E’ altrettanto ovvio che resta ancora molto facile identificare il “tempo di quaresima” con un momento opportuno per accedere con maggior frequenza e intensità al sacramento della confessione.


Questa sovrapposizione del “tempo di penitenza” con il “sacramento della penitenza” a suo modo appare istruttiva e indica, nella forma più chiara, una questione che merita di essere affrontata in modo esplicito. Per la coscienza della Chiesa fino al XVI secolo, ossia fino alle soglie del mondo moderno, la penitenza era una parte costitutiva della vita cristiana. Il “fare penitenza” era una dimensione ordinaria della vita dei battezzati, che nessuno confondeva con un sacramento diverso dal battesimo e dalla eucaristia. Per questo, nella terminologia che la scolastica ha introdotto, la penitenza è chiamata “virtù”, ossia una “capacità” di vivere il perdono, ricevuto da Dio ed esercitato verso il prossimo, che fa parte dei doni ricevuti con il battesimo. Questa penitenza, questa virtù che fa tesoro della esperienza battesimale, può però patire una crisi. Solo allora entra in campo il “sacramento della penitenza”, ossia il processo ecclesiale ...

L'analisi di Andrea Grillo continua a questo link:

https://www.cittadellaeditrice.com/munera/la-penitenza-e-un-sacramento-una-domanda-per-la-quaresima/?fbclid=IwY2xjawIuUDBleHRuA2FlbQIxMQABHXpVAQI375Wg6ixqGa8S03P1tRu7geelntND_9dB1pK-atsDj7tSdt-W6g_aem_MGnwzGbygsbzmzF_4NVLvw

Enzo Bianchi. Per l'Anno di Grazia del Signore del 2000: il sogno di Dio

Celebrare l’Anno di Grazia del Signore è accogliere un tempo nel quale impegnarsi con più intensità ad accogliere la misericordia del Signore. L’obbiettivo è rinsaldare, rinnovare, rinforzare la fede e, quindi, la vita cristiana che è la sola vera testimonianza data a Cristo. Questo è l’obbiettivo del Giubileo, niente altro. 

Si ripropone un intervento di Enzo Bianchi in occasione del Giubileo del 2000

Noi tutti, perché cristiani, perché Chiesa, dobbiamo vigilare affinché questa celebrazione non sia dominata dalla retorica o non resti prigioniera della gigantesca macchina economica messa in moto. 

Dovremo fare in modo che l’Anno di Grazia sia un evento “evangelico” e non mondano; sia memoria dell’evento dell’incarnazione; un atto di discernimento di fede; un modo per dire che Dio ci salva nella storia; un modo per confessare che la salvezza è “qui e ora”.

Ma cosa afferma la Parola di Dio sul Giubileo? Che cosa questo deve significare oggi nella nostra vita ecclesiale? Vediamo.

L'intervento diffuso per il Giubileo del 2000 è a questo link:

https://docs.google.com/document/d/1ijzDsU9ZUT4jNvaEcQ8IL2I_botXKDft/edit?usp=sharing&ouid=114460325361678368396&rtpof=true&sd=true

Presentata nuova traduzione letteraria ecumenica del Nuovo Testamento

Alla chiesa Valdese di Roma, il 25 febbraio, importante evento alla presenza di esponenti delle diverse religioni, per introdurre un testo che nella stesura ha visto impegnati cattolici, ortodossi e evangelici. Il cardinale Gualtiero Bassetti: in un mondo diviso come oggi, la Bibbia riesce a essere per tutti “lampada che illumina e specchio in cui ognuno può guardarsi”


La Parola è viva ed è vita. Si è potuto comprenderlo bene alla presentazione, ieri, 25 febbraio, della nuova traduzione letteraria ecumenica del Nuovo Testamento svoltasi nella chiesa Valdese di Roma di piazza Cavour. Un evento unico - presentato dalla Società biblica in Italia - che ha visto oltre a una grande partecipazione di pubblico anche un poliedrico coro di voci provenienti dai diversi credi religiosi. Molte forze in campo per un unico grande fine: rendere sempre più fruibile il testo del Nuovo Testamento al maggior numero di lettori. Uno sforzo sovrumano - a detta degli stessi traduttori - che ha visto impegnati in questa stesura così ricca e preziosa, i cattolici, gli ortodossi e gli evangelici. L’evento, coordinato dal professor Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, è stato aperto dal videomessaggio di saluto del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, e dalla lettura di un messaggio del cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

L'articolo di Antonio Tarallo continua a questo link:

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2025-02/presentazione-traduzione-letteraria-ecumenica-nuovo-testamento.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT

Quaresima e Pasqua 2025 - "Nella speranza siamo stati salvati"

L’Anno giubilare che stiamo vivendo ci aiuta a riscoprire la profondità e l’autenticità della speranza, come capacità di sostare, con sguardo stupito e commosso, dinanzi all’opera di Dio che visita la complessità e la frammentarietà della storia. Questa tensione spirituale connota anche il Tempo di Quaresima, «itinerario verso la luce pasquale sulle orme di Cristo, maestro e modello dell’umanità riconciliata nell’amore» (prefazio di Quaresima V).

Nei quaranta giorni del cammino battesimale e penitenziale che ci attendono, la Chiesa, popolo dell’esodo, compie un pellegrinaggio che culmina nell’incontro pasquale con Cristo, morto e risorto. In quest’ottica, la Quaresima non è un tempo triste, ma un tempo favorevole di rinnovamento spirituale che con il digiuno, la carità e la preghiera ci sprona a non fondare la nostra speranza nelle illusioni effimere e fugaci, ma a radicarla nella pienezza e densità dell’amore di Dio, che «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3, 16).

Il deserto quaresimale orienta i nostri passi al sepolcro vuoto, testimone eloquente della gioia della Pasqua e grembo fecondo di un mondo nuovo. A questo mistero la liturgia della Chiesa dedica cinquanta giorni che profumano della vita che non muore, della speranza che non delude e dell’amore che non ha confini. In questo unico giorno di festa, come per i primi discepoli e discepole di Gesù, il Risorto si fa viandante delle nostre storie: Egli accoglie le nostre delusioni e le nostre fatiche e, attraversandole con la luce della Pasqua, le apre a un nuovo orizzonte di senso.

Nella grande Domenica riecheggia anche un canto di gioia che si imprime profondamente anche in noi: «Lodiamo dunque il Signore che è nei cieli, o carissimi. Lo diamo Dio; diciamo: Alleluia! Con questi giorni significhiamo il giorno senza fine. Significhiamo nel luogo della mortalità il tempo dell’immortalità. Camminiamo spediti verso la casa eterna. […] Lassù non loderemo Dio per cinquanta giorni ma, come sta scritto, nei secoli dei secoli. Vedremo, ameremo, loderemo. Non si logorerà quel che vedremo, non verrà meno ciò che ameremo, non ci sarà silenzio nel nostro lodare. Tutto sarà perpetuo, nulla avrà termine» (Sant’Agostino, Discorso 254).

CEI - Ufficio Liturgico

Il Papa: in Quaresima uscire dalla autoreferenzialità, essere “tessitori di unità”

Percorrere la vita “senza calpestare o sopraffare l’altro”, non lasciando che nessuno “rimanga indietro o si senta escluso”: è uno degli appelli contenuti nel messaggio di Francesco nel tempo di preparazione alla Pasqua, dal titolo “Camminiamo insieme nella speranza”. Nel testo il Pontefice chiama i fedeli ad accompagnare, aiutare e accogliere fratelli e sorelle in “situazioni di miseria e violenza”, nel comune viaggio “verso la casa del Padre”


In questa Quaresima vinciamo “la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni,” ma siamo “viaggiatori migliori” nel percorso della vita, accompagnando le persone in “situazioni di miseria e di violenza”. Nel suo Messaggio per la Quaresima di quest’anno, intitolato Camminiamo insieme nella speranza, firmato il 6 febbraio 2025 a San Giovanni Laterano e diffuso oggi, Papa Francesco esorta i fedeli a confrontarsi concretamente con coloro che, nelle loro comunità, vivono in situazioni di vulnerabilità, fisica o spirituale. Il Pontefice incoraggia i cristiani a non dimenticare i loro fratelli ai margini, nel viaggio della vita “verso la stessa meta”, e ad essere “tessitori di unità” in un mondo marcato da tensioni e divisioni...

La sintesi del messaggio del Papa di Isabella H. de Carvalho è a questo link:


Il messaggio del Papa è invece a questo link:

Il mondo smarrito e la rotta di Francesco.

Il modello di sinodalità che Francesco ha proposto alla sua Chiesa è stato il più grande contributo offerto al mondo per adeguare la democrazia, che è liberal democratica, alle sfide del nuovo millennio.


Anni fa, all’inizio del tempo pandemico, Francesco ci avvertiva: non siamo in un epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca.
Molti sembrano essersene accorti solo ieri, quando hanno visto il video dello scontro tra Trump e Vance da una parte e Zelensky dall’altra. Siamo in un’epoca nuova, ancora inconsapevoli.
Eppure Francesco ci aveva avvertito molto tempo prima che Trump tornasse alla Casa Bianca, il cambio d’epoca lo vedeva già allora. Francesco non è un oracolo, è un uomo di 88 anni, ed è ricoverato in ospedale, in condizioni che dicono “critiche”.
Non sono un medico, non so nulla della sua malattia più di quanto ci sia scritto nei bollettini.
Ma sento che la sua richiesta di pregare per lui mi dice qualcosa. Cosa vuol dire pregare per lui? Per me vuol dire fermarmi a pensare cosa mi dica, cosa mi aiuti a capire, quale sia il senso della sua presenza per me.
Questo pensiero spero gli possa essere di una minima utilità, un piccolissimo conforto, e mi aiuta a vedere.
Oggi capisco che questo cambiamento d’epoca è vero, c’è.
Ma lui me lo ha detto solo allora, senza dirmi come entrare, cosa fare in questa epoca nuova? No....

La riflessione di Riccardo Cristian0 continua a questo link:

Come cambia la salute in Europa. I dati Oms che fanno riflettere

Lo European Health Report 2024 offre una panoramica sullo stato di salute del continente, tra progressi e nuove criticità. In crescita le malattie croniche che pesano sempre di più sulla popolazione e sui sistemi sanitari. Mentre la salute dei più giovani è sotto pressione con un preoccupante aumento di situazioni di disagio. Fondamentale combattere la sfiducia nei confronti dei vaccini


È stato presentato ieri lo European health report 2024 dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il documento ci pone di fronte a una realtà complessa: la salute in Europa sta attraversando una fase critica. Tra nuove emergenze sanitarie, la crescente diffusione di malattie croniche e le sfide poste dalla salute mentale, il continente si trova a un bivio. “Mentre abbiamo fatto progressi in alcune aree, la regione europea dell’Oms sta stagnando o addirittura regredendo su una serie di indicatori sanitari, dalla salute di bambini e adolescenti alle malattie croniche”. Così ha dichiarato su XHans Kluge, direttore regionale dell’Oms per l’Europa.

L'articolo di Andrea Macaluso è a questo link:

https://formiche.net/2025/02/salute-europa-oms-report/#content

Austria: prima donna nominata vicaria episcopale nel Paese. È la teologa pastorale Barbara Velik-Frank

La teologa pastorale Barbara Velik-Frank (nella foto) è la prima donna in Austria ad assumere l’incarico di vicaria episcopale. Il vescovo della Carinzia, mons. Josef Marketz, l’ha nominata “vicario episcopale per la sinodalità e lo sviluppo della Chiesa” nella diocesi di Gurk. Il suo mandato è iniziato il 1° marzo. 

L’istituzione del nuovo ufficio e la nomina di Velik-Frank sono “non solo passi importanti nel cammino sinodale, ma soprattutto concretizzazioni del rafforzamento dei laici e in particolare delle donne auspicato da Papa Francesco”, ha sottolineato Marketz in un comunicato stampa. Velik-Frank, attualmente direttrice generale di Arge – Consulenza comunale e sviluppo organizzativo, dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel promuovere lo sviluppo sinodale della Chiesa in Carinzia. Marketz ha sottolineato che sarà una donna a guidare questo processo di sviluppo sinodale: “Così importante per la Chiesa in Carinzia, che ha accompagnato e contribuito a plasmare il processo fin dall’inizio con una visione d’insieme e una conoscenza dettagliata”. Il vescovo ha espresso la convinzione che Velik-Frank “continuerà a mettere lo sviluppo sinodale della Chiesa sulla giusta strada e a portarlo avanti nello spirito di Papa Francesco e del Sinodo dei vescovi, al fine di ristrutturare la Chiesa in Carinzia e posizionarla bene per il futuro”. La stessa Velik-Frank ha parlato di “un riconoscimento speciale e anche di un ulteriore segnale per una maggiore responsabilità di leadership delle donne nella Chiesa”. Il suo obiettivo sarà “far progredire non solo il processo di sviluppo della Chiesa, ma soprattutto la questione della sinodalità nella nostra diocesi”.

(S.I.R.)

L’acqua minerale Uliveto mantiene davvero giovani e in superforma? Chiesta la censura dello spot

Il Fatto Alimentare ha presentato un esposto contro la pubblicità dell’acqua minerale Uliveto, accusata di fare affermazioni ingannevoli sui presunti benefici per le ossa e la giovinezza che garantirebbe il prodotto. Si chiede la censura dello spot

Il Fatto Alimentare ha presentato un esposto al Comitato di Controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) contro lo spot dell’acqua minerale Uliveto, che vede come testimonial Alessandro Del Piero, che si lancia da un aereo con il paracadute, e Maria Grazia Cucinotta, alle prese con l’arrampicata sportiva. In entrambe le situazioni, i due protagonisti hanno in mano una bottiglia di acqua Uliveto.
Secondo la testata, la pubblicità risulta fuorviante per il pubblico, in particolare per alcune affermazioni riguardanti i benefici dell’acqua.
Il primo punto critico riguarda il claim secondo cui l’acqua Uliveto “mantiene ossa sane e forti” grazie alla presenza di calcio e magnesio. Secondo il Regolamento UE 432/2012 sui claim nutrizionali e della salute, per il calcio è previsto il claim “Il calcio è necessario per il mantenimento di ossa normali”, mentre per il magnesio “Il magnesio contribuisce al mantenimento di ossa normali”. Questi testi non sono modificabili, dato che qualsiasi variazione potrebbe indurre il consumatore a interpretare erroneamente i benefici.
In particolare, l’affermazione dello spot che parla di “ossa sane e forti” non è conforme alle normative, e ...

L'articolo di Francesca Biagioli continua a questo link:

Quando la fine diventa un nuovo inizio

Assisi 22-23 febbraio: questo l’appuntamento per l’assemblea “Costruendo insieme la Chiesa sinodale”, promossa dalla Rete sinodale, composta da una trentina di realtà di base della Chiesa italiana. Più di 160 persone provenienti da diverse realtà ecclesiali hanno raccolto l’invito e si sono ritrovate alla Cittadella, per lavorare insieme su un contributo per la fase profetica, che chiuderà il cammino del Sinodo della Chiesa italiana


Divisi in laboratori abbiamo riflettuto su diversi temi: organizzazione delle comunità cristiane, processi decisionali nella Chiesa, centralità della Parola, ministeri ecclesiali, ruolo delle donne, presenza delle persone LGBT+, modalità celebrative, abusi di potere, coscienza e sessuali, gestione dei beni ecclesiastici, centralità di ultimi e ultime, pluralismo religioso, immigrati, rapporto con la politica e laicità dello Stato, pace, giustizia e salvaguardia del creato, dialogo ecumenico e interreligioso.

Il cammino fatto insieme in questi anni, tra realtà che non si conoscevano da vicino, ci ha fatto capire che da soli non bastiamo e ha dimostrato che la sinodalità è possibile, faticosa ma bella da vivere....

L'articolo di Dea Santonico è a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202502/250227santonico.pdf

L'intero documento finale è a questo link:

https://www.cdbitalia.it/2025/02/25/rete-sinodale-documento-finale-dellassemblea-nazionale-costruendo-insieme-la-chiesa-sinodale/

Domenica 2 marzo abbiamo pregato così ...


Introduzione

Quest'ultima domenica di Tempo Ordinario prima della Quaresima, ci conduce già in un'atmosfera di riflessione sulle nostre parole e, soprattutto, sulle nostre azioni.

Con una saggezza senza tempo, le parole del libro del Siracide - più contemporanee che mai, tanto da poter sembrare il testo di una canzone dell'appena trascorso Sanremo o un post di un qualunque influencer - ci invitano a valutare l'uomo dalle sue parole, dai suoi ragionamenti e dalle sue azioni. Quell'uomo, però, dobbiamo essere innanzitutto noi stessi: è la trave nel nostro occhio che dobbiamo togliere, prima di pensare alla pagliuzza che vediamo nell'occhio del fratello. 

In tutte le letture troviamo, non a caso, similitudini che rimandano continuamente al mondo naturale, ai frutti, agli alberi - uno tra tutti il maestoso/simbolico cedro - e al corpo umano, dalla bocca al cuore all'occhio: è alla concretezza e solidità che Gesù, unico vero maestro ed esempio immortale e incorruttibile vuole condurci.

 


Intenzioni Penitenziali


1.⁠ ⁠"Il frutto dimostra come è coltivato l’albero": Signore perdonaci per tutte le volte in cui non riusciamo a tradurre le nostre seppur buone intenzioni in gesti concreti, e rimaniamo invece fermi alle parole e comodi dietro i nostri alibi, per questo Ti chiediamo perdono. 

 

2.⁠ ⁠"Rimanete saldi e irremovibili sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore": Cristo perdonaci per le volte in cui le difficoltà che troviamo lungo il percorso ci fanno dubitare della direzione e pensare di desistere dal proseguire nel cammino, per questo Ti chiediamo perdono.

 

3.⁠ ⁠"Può forse un cieco guidare un altro cieco?": Signore perdonaci per la nostra presunzione, che ci offusca la vista e non ci permette di vedere che Tu sei l'unica vera guida, per questo Ti chiediamo perdono.

 


Preghiere fedeli


1.⁠ ⁠Signore, perchè a scuola, nel lavoro, in palestra e in qualsiasi contesto in cui viviamo ogni giorno, siano le nostre parole, ragionamenti e opere la dimostrazione del tuo insegnamento, che di domenica in domenica riscopriamo incentrato fondamentalmente sull'Amore, per questo noi Ti preghiamo. 

 

2.⁠ ⁠Perchè sull'esempio di Papa Francesco, per il quale ti rivolgiamo una preghiera speciale, non ci lasciamo andare a giudizi sugli altri che alimentano il chiacchiericcio, ma siamo capaci di lavorare in primis su noi stessi e sui frutti del nostro albero, per questo noi Ti preghiamo.

 

3.⁠ ⁠Perchè nei piccoli e grandi problemi che ci troviamo ad affrontare nel nostro quotidiano riusciamo a trovare in Te, Signore, la forza di rimanere saldi e irremovibili nel percorrere il cammino tracciato dal tuo esempio, per questo noi Ti preghiamo.

Il Foglietto "La Resurrezione" di Domenica 2 marzo ...

 



Domenica VIII PA - Lc 6,39-45

Luca è preoccupato dalle dinamiche interne alle comunità, le sue come le nostre di oggi. Come evitare le divisioni che nascono da critiche, giudizi, pettegolezzi? Come distinguere nella comunità cristiana i buoni dai cattivi maestri? Come sapere di chi ci si può fidare e di chi no? Come riconoscere coloro che sono ciechi o hanno travi nei loro occhi? Luca ci offre un criterio con il quale comprendere 


Oggi Liturgia, come le ultime due domeniche, ci propone un’altra pericope del discorso della pianura lungo il lago. Gesù dopo aver invitato Simone ad essere pescatore di uomini, a tirarli fuori dal mare del male per farli vivere, aver raccontato il suo modo di essere nelle beatitudini e il volto del Padre (che è la misericordia), ha invitato coloro che lo stavano ad ascoltare ad essere benevoli verso gli ingrati e i malvagi, a non escludere nessuno dal raggio d’azione di questo amore e provare sentimenti addirittura materni nei confronti degli altri ad essere misericordiosi cioè datori di vita come il Padre, oggi Gesù mette in guardia i suoi discepoli da rischi sempre presenti in ogni comunità.

 

Luca è preoccupato dalle dinamiche interne alle comunità, le sue come le nostre di oggi. Come evitare le divisioni che nascono da critiche, giudizi, pettegolezzi? Come distinguere nella comunità cristiana i buoni dai cattivi maestri? Come sapere di chi ci si può fidare e di chi no? Come riconoscere coloro che sono ciechi o hanno travi nei loro occhi? Luca ci offre un criterio con il quale misurare: “L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore” (rilettura letterale del versetto 45). Non è un invito a valutare in base alle opere concrete, ai fatti compiuti, bensì su quanto annunciano, su quanto esce dalla loro bocca: è il loro messaggio che può essere buono o cattivo. Come fare a distinguere? Confrontando quanto proclamano con l’Evangelo, è così che si capirà se quanto propongono è cibo nutriente o un frutto velenoso.

Cinque versetti prima Gesù aveva ricordato un proverbio (“il discepolo non è più del maestro”), invitando così a rimanere attenti a non scivolare nella presunzione di potersi sostituire all’unico “maestro” che i cristiani hanno: Gesù Cristo. Da qui l’avvertimento a non scambiare le proprie idee, i propri progetti con quelli del Signore, come nemmeno a giungere a giudicare, a pronunciare sentenze nei confronti di altri fratelli, a sentirsi sempre dalla parte giusta, sicuri di quello che si fa, si dice, si chiede. Queste posizioni come le passioni, l’invidia, la volontà di dominare sugli altri sono travi che impediscono di vedere la realtà, chiudono la possibilità di cogliere con chiarezza le esigenze della parola del Signore, le sue indicazioni, ostacolano l’essere suoi discepoli, di realizzare il suo modo di vivere e di agire. Tutte quelle posizioni assieme alle travi dell’orgoglio, dell’intolleranza, del dogmatismo, del fondamentalismo, finiscono per rendere le persone ciechi che pretendono di guidare altri ciechi, che giudicano autoassolvendosi di comportamenti più gravi di quelli che denunciano.

Quando ci si stacca dalla Scrittura, l’unico parametro certo che ci è dato, si finisce per mettere in gioco la capacità di discernere quel che accade. È quella l’albero buono che può dare solo frutti buoni al quale nutrirsi, luce per i nostri occhi e il nostro cammino (Ps 118,105). È il rimanere uniti al suo tronco, la nostra unica linfa vitale, che ci garantisce di non diventare ciechi con la presunzione di guidare gli altri, che ci assicura di poter vedere la trave conficcata nei nostri occhi chiedendoci di iniziare un cammino di conversione prima di chiedere al fratello di togliere dal suo occhio la pagliuzza e poterlo aiutare nel suo percorso di sempre maggiore fedeltà al Signore della vita. Questo senza erigersi a “maestri”, ma seguendo assieme l’unico Maestro in quella reciproca prassi che si chiama “correzione fraterna”.

In sintesi, in questi detti, queste iperboli di Gesù comuni nell’area medio-orientale, c’è l’avvertimento che la parola rivela il cuore dell’uomo, fa vedere ciò che in lui abita. Il parlare è una grande responsabilità, quello che pronunciamo non è più solo nostro ma appartiene anche a chi ha ascoltato. Può essere anche strumento di violenza, di menzogna, capacità di adulare fino a plagiare distorcendo la realtà. La buona qualità di una vita ecclesiale si manifesta anzitutto nella qualità della comunicazione. Dio, rivelandosi agli uomini con la parola e come Parola, ha svelato la sua volontà di incontrarci e di entrare in comunione con noi sul nostro stesso terreno. Comunicando nella nostra lingua ci insegna a parlare come Lui stesso si esprime ed agisce.

(BiGio)

Pedofilia e pedopornografia online. Meter: triplicati i video in un anno. Di Noto: “Servono concrete azioni di tutela. No a negazionismo e normalizzazione abusi”

Presentato ad Avola (SR) il Report 2024. Aumentano gli abusi e preoccupano le app criptate end-to-end che consentono alle reti pedocriminali di operare nell’ombra, rendendo difficile l’individuazione dei responsabili e la rimozione dei contenuti illegali. Allarmante l’aumento del fenomeno “Pedomama”, che identifica l’abuso sessuale perpetrato da donne, in particolare madri, nei confronti dei propri figli.


Un vero e proprio boom: la pedofilia online gode di ottima salute e continua a prosperare mentre si dibatte di privacy e minori: oltre 2 milioni di video (+220% sul 2023), quasi due milioni di foto e 410 gruppi segnalati sui social network sono solo la punta dell’iceberg del Report 2024 pedofilia e pedopornografia

A preoccupare l’associazione sono in particolare le app criptate, divenute “lo strumento per eccellenza dei pedofili”. Tra queste Signal, che tramite la crittografia end-to-end “garantisce una sicurezza quasi a prova di bomba. Solo nel 2024, prosegue Di Noto, “abbiamo individuato 336 gruppi su Signal

Cresce la richiesta di materiale pedopornografico relativo alla fascia di età 8/12 anni. Aumentano anche gli abusi su neonati con un totale complessivo di 2.400 segnalazioni di materiale prodotto e diffuso. Sono stati documentati casi agghiaccianti di neonati abusati immediatamente dopo la nascita, in sala parto e su fasciatoi degli ospedali. ...

La presentazione dei dati da parte di Giovanna Pasqualin Traversa è a questo link:

https://www.blogger.com/u/1/blog/post/edit/4950829250718985246/7792409974762939257