La Domenica di Pasqua si è pregato così ...

 

Introduzione

Tutto il cammino della Passione conteneva il germe dell'annuncio di risurrezione e di gloria: segni della sua regalità e della sua vittoria, anche se si parlava della sua morte. Ora, in quest'alba che avanza, la vita non può più essere come prima, perché Gesù è vivo! La sepoltura del suo corpo non è stato l'ultimo gesto della sua presenza in mezzo a noi, ma è il primo di una vita cambiata, risorta.
I discepoli sono chiusi nel cenacolo, rassegnati ad una tragedia che sta per investire pure loro. Solo poche donne non sono paralizzate dal timore e si recano al sepolcro per i gesti pietosi della cura per i morti: vorrebbero prendersi cura del corpo di Gesù, ungere le ferite e profumarlo, attenuare gli squarci aperti dalla violenza. Non sono donne isteriche; hanno il senso della realtà e della semplicità delle cose. S'interrogano su come togliere il masso che ostruisce l'ingresso della tomba. Nulla lascia presagire quello che sta per accadere. L'evangelista aveva preparato a lungo questo momento: tutto doveva condurre qui. La tensione drammatica tra la morte e la vita si risolve in quest'unica scena con le donne ancora sospese nella paura, mentre la gioia e la felicità si fanno pian piano strada nel segno della tomba vuota e ancor più nelle parole dell'angelo: "Non abbiate paura, è risorto, lo vedrete!".
Il Vangelo di Pasqua è scritto dal discepolo che è corso più veloce di Pietro al sepolcro; è il discepolo "che Gesù amava". Entrato, "vide e credette". Cosa vide se Gesù non c'era? Di sicuro c'è che credette. La fede non è un ragionamento, nasce dagli occhi aperti sulla realtà che ti sta davanti. La fede è la costatazione di una realtà che ti sta davanti e che solo l’occhio attento di chi guarda può rendersi conto. Per credere non c’è bisogno di un segno inconfutabile. Basta guardare ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi, che apparentemente sono lì per caso. Credere non significa comprendere tutto, ma credere che in tutto, anche in ciò che non si comprende, esiste un senso. Avere fede significa fidarsi che c’è un senso dietro tutte le cose, specie in quelle incomprensibili alla nostra mente, al nostro cuore e al nostro dolore.

 

Liturgia della Parola

«Noi siamo testimoni», dice Pietro a Cesarea, in casa del centurione Cornelio, che sta per ricevere il battesimo con tutta la sua famiglia. È questo uno degli otto discorsi che Pietro pronuncia negli Atti degli apostoli, nel quale offre la testimonianza matura della sua fede, che vede nell’ultima drammatica vicenda di Gesù il realizzarsi delle profezie, e la piena consapevolezza della missione di continuare l’opera di Gesù, affidata da Dio a lui e agli apostoli, quali «testimoni prescelti».

 

In pochi versetti Paolo esprime in modo pieno ed efficace la sua fede nel Signore Risorto ed esorta a vivere una vita nuova; a cercare «le cose di lassù», dove siede Cristo Risorto, con il quale condivideremo la sua gloria.

 

Maria corre di buon mattino alla tomba dove è stato deposto Gesù. È ancora buio. La sepoltura di Gesù è avvenuta in tutta fretta ed è stata sommaria, Maria intende completare le cose, prendersi cura del suo cadavere. Ma la pietra è ribaltata e la tomba è vuota. Corre a dirlo a Pietro e a Giovanni, pensando che qualcuno lo abbia portato via di nascosto. I due apostoli accorrono, osservano ogni cosa, ricordano le parole della Scrittura, e dello stesso Gesù, e diventano i primi testimoni privilegiati della sua risurrezione.)


Preghiere dei fedeli

Tu Signore bussi alla porta del nostro cuore, chiedendo il nostro aiuto e chiamandoci all’impegno di sostenere la croce che può essere quella di un anziano abbandonato alla sua solitudine, delle donne e degli uomini scoraggiati dalla crisi economica dovuta alla pandemia, dell’immigrato privato di diritti e dignità, delle famiglie che chiedono una borsa della spesa. Gesù, affinchè il nostro aiuto non sia ipocrita, ma donato col cuore, per questo ti preghiamo.

 

Gesù ti preghiamo per i nostri bambini e i nostri giovani, spesso dimenticati nei nostri pensieri e nei nostri aiuti concreti. Perché “giovane” non significa sempre “pieno di vita”, può anche nascondere fragilità scambiate per capricci. Perdonaci per le nostre dimenticanze e aiutaci a trovare la strada per riconciliarci con loro. Preghiamo.

 

Come il Signore liberò il popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto attraverso la guida di Mosè, anche oggi gran parte dell’umanità attende di essere liberata dall’ingiustizia nella distribuzione dei beni essenziali, dalla mancanza di diritti e dalla violenza dei più forti. Perché tutta la Chiesa, dai vescovi ai laici, in comunione con Papa Francesco, annunci la resurrezione del Signore Gesù che ci rende fratelli tutti. Preghiamo.

 

Tutta la Terra, nonostante le devastazioni dell’abbattimento delle foreste, dell’inquinamento ambientale e dei cambiamenti climatici, a primavera tende sempre a rinascere. Che i cristiani impegnati in politica come anche i singoli cittadini possano testimoniare la buona notizia della Pasqua con un cambiamento nelle scelte economiche e negli stili di vita, che portino a rigenerare la casa comune in cui vive l’umanità. Preghiamo.

(a cura di Stefania)

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