"Shalom Y'all" significa "Vai in pace" ma il testo ha una particolarità: Shalom è ebraico e Y'all è arabo. Quindi è un augurio che desidera dinamicamente legare due popoli che abitano problematicamente una medesima terra nella quale le difficoltà nei rapporti sono all'ordine del giorno e irrisolti, dove l'esercizio della forza sovrasta quello della pace e della convivenza.
Di seguito due link per approfondire la profondità di questa parola che è un augurio.
Il primo, sintetico e schematico, porta a scoprire come Shalom non è un qualcosa di statico ma frutto e contemporaneamente rinvio al dinamismo di una vita di fede che è continuo dialogo fatto di ascolto-risposta con il Signore:
http://www.nostreradici.it/shalom.htm
Il secondo è la presentazione del libro "Portare il saluto: i significati dello shalom" (Morcelliana, 2012) di Massimo Giuliani docente di Pensiero ebraico all’Università di Trento, dove coordina il corso di laurea in Filosofia e collabora con il Master di cultura ebraica dell’Ucei-Unione delle comunità ebraiche italiane.
Nell'articolo pubblicato da "Note di pastorale giovanile", dialoga sul libro con Paolo De Denedetti teologo e biblista italiano di origini ebraiche che ha edificato ponti tra ebraismo e cristianesimo, riscoprendo, fuori da tutti gli schemi, il giudeo-cristianesimo, praticando e favorendo una lettura eccentrica e vivificante della tradizione religiosa. È stato un lettore sensibile e originale con traduzioni insolite e spiazzanti, sempre aperte a un senso ulteriore: la tradizione rabbinica parla di settanta possibili sensi del testo sacro, De Benedetti diceva che ce n’è sempre un settantunesimo, perché ogni uomo ha il suo da scoprire e impedirglielo è un impoverimento di tutti.
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