Al centro il numero quattro

 


La Cena Pasquale ebraica è una liturgia molto complessa e ricchissima di significati: è somma, ricettacolo e sintesi della storia della salvezza. 

Si compone di 14 momenti ed è caratterizza fortemente dall'essere una celebrazione familiare e aperta all'ospitalità: c'è un posto a tavola lasciato libero e la porta di casa socchiusa. 

Al settimo punto il presidente spezza la prima azzima e la metà della seconda: poi distribuisce a tutti i presenti un pezzetto della prima con un pezzetto della seconda; questo probabilmente è stato il momento nel quale Gesù ha detto "prendete e mangiate ...". 

Al dodicesimo punto il Presidente pronuncia una benedizione sul pasto fatto e sulla terza coppa di vino che distribuisce perché sia bevuta dai presenti; probabilmente questo è il momento nel quale Gesù ha detto: "prendete e bevete ...".


Ma ci sono anche gesti e canti di lode che ritroviamo nelle nostre Eucaristie come il lavarsi delle mani del Presidente dopo la Presentazione delle offerte e il canto di lode trisagono "Santo, santo, santo il Signore Sabaoth ...", senza contare la lettura di brani della Scrittura, il canto di Salmi ed altri legati alla loro tradizione liturgica.


Sappiamo che in Pesah e Pasah, cambia non solo una vocale, ma il significato. Un termine significa “salto” ed ha a che fare sia con il saltare degli agnelli (nella festa di origine agro-pastorale) sia con il salto dell’Angelo della morte delle porte segnate con il sangue dell’agnello sacrificato. L’altro significa “passaggio” del Mar Rosso, ma anche del deserto, dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita.


Ma c’è una “stranezza”. Normalmente nelle religioni i numeri che le segnano sono i numeri primi: uno, tre, cinque, sette, nove…. Nella Cena Pasquale ebraica (e anche nella nostra), il numero che la segna è un numero pari: il quattro.

4 sono i cibi sul piatto - 4 le notti di cui si fa memoria – 4 i bicchieri di vino che vengono benedetti – 4  le azzime (all'inizio sono tre ma nel quarto momento la seconda azzima vine divisa a metà, quindi diventano 4) - 4 le domande che vengono poste da quattro tipi di figli (il saggio, il malvagio, il semplice e chi non sa domandare) – 4 le volte nelle quali si mangiano le azzime – 4 le benedizioni che vengono pronunciate …


Questo perché quattro sono le espressioni usate da Dio in Es. 6,6-7 per liberare Israele dall’Egitto: “vi farò uscire” – “vi salverò” – “vi libererò” – “vi prenderò” più un quinto “vi condurrò al paese…” che viene omesso perché la liberazione, quella definitiva, non è ancora arrivata né per gli ebrei, né per noi.

Come anche sempre quattro sono i momenti del processo di modificazione del rapporto dell’umanità con Dio: peccato, punizione, pentimento, riconciliazione.


In sintesi viene proposto di ripercorre tutta la storia del popolo del Signore, del popolo dell’Alleanza e dell’Alleanza del popolo, per riaffermare la speranza nella riconciliazione con Dio e, quindi, nella salvezza; speranza che è certezza nella sua misericordia.

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