Il mosaico realizzato da maestranze bizantine nel secondo quarto del V secolo. Decora la lunetta soprastante la porta d’accesso del Mausoleo di Galla Placidia di Ravenna.
Nel mausoleo, edificio monumentale destinato alla sepoltura di personaggi importanti, risalente alla prima metà del V, al di sopra della porta d’’ingresso, come entrata nel regno dei cieli dopo la morte, è rappresentato, con la tecnica del mosaico, il Buon Pastore. La scena è ambientata in un paesaggio di basse colline delineate sullo sfondo di alberelli e cespugli, il “pastore” ha gli attributi che contraddistinguono il Cristo: è imberbe, con aureola, vestito di una tunica dorata che si appoggia a un’alta croce, seduto e attorniato da sei pecorelle, tre per lato, che hanno lo sguardo posato su di lui e una gli si avvicina per essere accarezzata, rispecchiando quanto è affermato nel Vangelo di Giovanni 10, 3-4: «Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce...».
Il mosaico pur essendo del periodo bizantino, manifesta decisi rapporti con la tradizione naturalistica dell’arte antica: la raffigurazione, infatti, è disposta su più piani (dimensione spaziale), l’ambientazione è chiaramente definita, sia le pecore che il pastore sono resi in maniera plastica, in atteggiamenti variati ed espressivi (dimensione temporale). Il cielo assume varie gradazioni di azzurro e tutta la rappresentazione presenta un’attenta cura dei particolari ed una notevole policromia. Il viso del pastore è rivolto a sinistra come la parte inferiore del corpo, il busto è invece girato dal lato opposto, così come i piedi che, incrociati, costituiscono la parte finale di una specie di avvitamento, conferendo movimento e dinamismo alla figura. Nonostante questi decisi rapporti con la tradizione romana sono evidenti elementi legati alla cultura cristiana: lo sguardo del pastore è perso, ieratico, non partecipa al gesto della sua mano e questo è indice di solennità divina e di trascendenza; puramente bizantini sono elementi di valore simbolico come la tunica dorata, l’aureola, la croce, non presenti nelle iconografie più antiche. Nella raffigurazione del Buon Pastore di Aquileia o di Via D’Azeglio a Ravenna, infatti, al posto di questi elementi sono presenti il vincastro e la siringa (strumento musicale), componenti che si ricollegano alla rappresentazione classica del dio Pan. Altra caratteristica dell’arte bizantina, presente nell’immagine del Buon Pastore in Galla Placidia, è la simmetria: le pecore sono disposte tre per lato ed anche le foglie delle piante sono disposte in modo molto simmetrico (cfr. Il “Buon Pastore” di S.Apollinare in Classe). Lo sfondo non è dorato così come normalmente avviene nell’arte bizantina: il cielo, infatti, è colorato, ma, se osservato attentamente, rivela una linea immaginaria che divide il cielo terreno da quello spirituale.
(da: www.insiemesullastessabarca)
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