La guerra in Sudan ed i demoni del Darfur

Lo scontro di potere divampato a Khartoum rischia di infiammare in Darfur e far collassare l’intero Sudan. Con conseguenze devastanti anche per l’Europa che però, sul conflitto, resta inerte.


Proseguono gli scontri a Khartoum, nel Sudan, tra le forze armate sudanesi, guidate dal generale Abdel Fattah Abdelrahman al Burhan – presidente del Consiglio sovrano di transizione del Sudan – e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF), agli ordini del generale Mohammed Hamdan Dagalo. I combattimenti sono ripresi dopo 24 ore di tregua che avevano dato agli abitanti, sfiancati da otto settimane di guerra, la possibilità di uscire per fare scorta di cibo e altri beni essenziali. Dalla metà di aprile ad oggi, gli scontri tra le due fazioni che si contendono il controllo sul paese hanno provocato oltre 860 mortipiù di 6mila feriti, secondo il Sindacato nazionale dei medici, il bilancio effettivo è probabilmente molto più alto. Inoltre, quasi due milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case. Il conflitto, infatti, ha ridotto la capitale Khartoum a un campo di battaglia urbano, con molti quartieri senza acqua corrente né elettricità. Sono stati segnalati diffusi saccheggi e violenze sessuali, compreso lo stupro di donne e ragazze a Khartoum e nella regione occidentale del Darfur. Quasi tutti i casi segnalati di aggressioni sessuali sono stati attribuiti alle Forze di supporto rapido.

Il reportage dell'ISPI continua a questo link:





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