Massimo Recalcati: «Il rischio dei social è la dipendenza tossica. Non parliamo più di generazione Covid»

Lo psicoanalista Recalcati: «Se privati degli iPhone i nostri ragazzi provano l’angoscia tipica dello svezzamento. Diceva Freud che il mestiere del genitore è impossibile: tutti sbagliano. Però è vero che i genitori migliori sono quelli che sanno di sbagliare»

«L’esperienza traumatica, collettiva, della pandemia ha generato una diffusione ulteriore del disagio tra i giovani. Le manifestazioni ricorrenti sono comportamenti autolesivi, una violenza anarchica, erratica, non ideologica, e poi somatizzazioni, attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione. E soprattutto ritiro sociale. Siamo in una congiuntura molto precaria, molto delicata, che non bisogna sottovalutare. Io ho sempre avvertito, anche pubblicamente, che sarebbe un grave errore parlare di generazione Covid, cioè identificare nei giovani le vittime del trauma che ci ha travolti. Perché l’identificazione con la figura della vittima offre un grande alibi e noi adulti dovremmo avere il compito di evitare questa identificazione. Anche perché le generazioni di giovani tra le più creative nel nostro tempo sono state proprio quelle che hanno vissuto grandi crisi, grandi traumi: penso a quella della ricostruzione dopo il fascismo e la Seconda guerra mondiale».
Che opinione hai del rapporto tra la rivoluzione digitale, gli adolescenti e il loro malessere? ...


L'intera intervista di Walter Veltroni continua a questo link:





Nessun commento:

Posta un commento