La guerra in Ucraina è l’ultimo episodio che accende i riflettori sulla questione dei veti nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Dopo anni di proposte negoziali per riformare l’organismo che dovrebbe vegliare sulla sicurezza internazionale qualcosa sta cambiando. I punti di vista cinese e statunitense e l’ampia proposta italiana dello Uniting for Consensus, raccontati da Gioachino Piccio e William Viola, LL.M. doctor in public administration law
La guerra in Ucraina, con i veti della Federazione Russa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha riportato in auge il dibattito sulla efficacia di quest’organo di intervenire nelle crisi internazionali.
Nato il 24 ottobre 1945 e composto da dieci membri eletti a rotazione dall’Assemblea Generale più cinque membri permanenti (c.d. p5) Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, il Consiglio riflette l’ordine internazionale emerso dopo la Seconda Guerra mondiale.
Funzione prevalente del Consiglio e’ quella di mantenere la pace e la sicurezza internazionale (art. 23, primo comma della Carta delle Nazioni Unite), principalmente mediante gli strumenti previsti dagli articoli 6 e 7 della Carta, che possono arrivare ad includere l’autorizzazione all’uso della forza per realizzare tali finalita’.
Dal momento della sua costituzione, le norme che ne governano l’operato sono rimaste sostanzialmente invariate ed il punto che qui ci interessa è il sistema di votazione interno. A voler essere precisi, le norme non prevedono formalmente un veto per i p5, ma è previsto che il Consiglio adotti le proprie risoluzioni che non hanno ad oggetto questioni procedurali, con una maggioranza favorevole di nove voti che includano quelli dei cinque membri permanenti (art. 27, secondo e terzo comma), da cui discende il potere sostanziale di ogni singolo membro permanente di impedirne l’adozione.
Lo strapotere dei membri permanenti era ovviamente chiaro a tutti già nei primi anni di vita, ma il mutare delle condizioni geopolitiche globali nei decenni successivi, e ancor più con l’avvicinarsi del XXI secolo, ha fatto sì che sempre più Paesi spingessero per l’adozione di riforme sostanziali. ...
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