Wuhan, tre anni dopo. Ora il virus è il debito

La città cinese simbolo della pandemia non ha più un soldo in cassa. E allora non resta che andare a riscuotere i crediti verso imprese, famiglie, industrie. E non è un caso isolato


C’è qualcosa di paradossale a Wuhan. Un nome, che solo a pronunciarlo, mette i brividi. In quella città, in Cina, è nato il Covid. O meglio, si è propagato al mondo intero. Ora, il simbolo della pandemia più letale dai tempi della Spagnola, vive un altro incubo. Stavolta non si tratta di febbre, starnuti, mascherine e lockdown. Ma di debiti, tanti debiti.

Che la Cina abbia un serio e irrisolto problema di debito è fuori discussioneFormiche.net lo racconta da due anni, con dovizia di particolari. Intere province sono senza un soldo in cassa, tanto da essere costrette a mettere all’asta le scuole e le miniere. Un dramma nel dramma, dopo due anni di chiusure. Ora se possibile è anche peggio. Serve denaro all’amministrazione di Wuhan e serve subito. E allora, ecco la mossa. L’autorità finanziaria di Wuhan ha invitato pubblicamente centinaia di aziende a ripagare i debiti nei confronti del governo e lo ha fatto in modo pubblico e clamoroso


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