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Sinodo: 500 anni di ritardo sulla modernità non si colmano in due anni

Ho partecipato ad un bel seminario sul Sinodo, con un maestro teologo, S. Dianich, il cardinale Grech presidente della Segreteria del sinodo, e altri bravi teologi, tra i migliori in italia.
Mi si sono confermate idee che da anni mi accompagnano e preoccupano.


Più la chiesa cattolica, nei suoi responsabili, parla in perfetta buona fede del ruolo essenziale dei laici, dell’importanza dei laici, della necessità dei laici, del protagonismo dei laici etc, meno laica è; perché è proprio la categoria di chiesa composta da laici e non/laici (chierici) che è clericale e non biblica (con questa griglia, ad esempio, dove lo mettiamo Gesù? Tra i chierici? E San Paolo?). È proprio questa distinzione laici/chierici che impedisce una vera laicità della chiesa cattolica. Perché per quanto ci si sforzi di valorizzare i laici questi restano sempre ancillari, visti in funzione e in rapporto a preti, vescovi e papi, che concedono generosamente piccoli spazi al loro gregge, che resta gregge - finché il pastore è Cristo posso pure far la pecora, ma se il pastore lo diventano preti e vescovi la metafora ovina diventa pericolosa.
Eppure, come diceva oggi Dianich, basterebbe poco per uscire da questo clericalismo invincibile: adottare l’ecclesiologia di Paolo ai corinti basata sui carismi: ogni cristiano ha ricevuto un carisma per edificare il bene comune, e quello dei presbiteri e dei vescovi è un carisma come gli altri, in una comunità dove tutti vivono in un rapporto di reciprocità in pari dignità.
Finché non si lascerà la teologia dei ‘laici’, questo sinodo (la stessa parola sinodo è poco ‘laica’) sarà l’ennesima buona intenzione che finirà per ritardare il vero incontro tra chiesa e modernità. E infatti in queste segreterie e tra gli esperti di sonodalità abbondano vescovi e teologi, qualche teologa, ma non vedo sociologi/e, politologi, economisti, esperti di partecipazione civile, portatori di altre competenze davvero ‘laiche’.
Eppure era una buona intuizione: ma 500 anni di ritardo sulla modernità non si colmano in due anni, come non furono colmati da un Concilio (che era innovativo nel 1960 ma oggi i suoi documenti accusano fortemente il passare veloce del tempo, e saranno vecchi prima di essere recepiti).
Buon lavoro a tutti!
(Luigino Bruni)

3 commenti:

  1. Il "ben detto" l'ha scritto Bruno Petino.

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  2. Può essere, ma nella nota del post firma Luigino Bruni e, in ogni caso, è oramai opinione consolidata da quando CM Martini disse nel 2012 in una delle sue ultime interviste che la Chiesa scontava 200 anni di ritardo, numero da non considerare letteralmente. Ovviamente.

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