«Tra i giovani, le religioni si sgretolano ma le spiritualità fioriscono»

Crollo del numero di giovani credenti e della cultura religiosa, successo dei ritiri spirituali, ripresa della scoutismo... Per il sociologo delle religioni Jean-Pierre Willaime anche se “una parte dei giovani è diventata analfabeta in materia di religione”, il loro interesse per la spiritualità resta forte.


Intervista a Jean-Pierre Willaime, a cura di Séverin Graveleau

Il sociologo e professore emerito della Ecole pratique des hautes études (Université PSI) Jean- Pierre Willaime, co-autore con Philippe Portier di La Religion dans la France contemporaine. Entre sécularisation et recomposition (La religione nella Francia contemporanea. Tra secolarizzazione e ricomposizione), ed. Arnaud Colin, 2021, analizza le evoluzioni del rapporto dei giovani con la religione.

Quale spazio ha la religione tra i giovani nel 2023?

L’indagine dell’Insee sulla diversità religiosa pubblicata in aprile ha confermato il vasto movimento di disaffiliazione religiosa in atto in Francia: una maggioranza di francesi (il 51%) si dichiara ormai “senza religione”. Nell’ampio studio sui valori degli europei del 2018 (European Values Study), questa cifra saliva fino al 58%. E i giovani vi incidono in modo particolare, poiché il 67% di quelli tra i 18 e i 29 anni si dichiarano ormai “senza religione”. Ma ciò non significa che la religione e la spiritualità in quanto tali non li interessino.

Come si traduce questo sgretolamento nel rapporto dei giovani con la religione?

La disaffiliazione religiosa in atto dagli anni 60 del secolo scorso riguardava persone i cui genitori erano fortemente credenti e praticanti. Avevano ricevuto un’educazione religiosa da cui si serano allontanati in seguito. Ormai abbiamo a che fare con una generazione che si dichiara in maggioranza “senza religione”, con genitori che sono anch’essi “senza religione”. In altre parole c’è stata una rottura nella trasmissione, nella socializzazione religiosa all’interno delle famiglie. I movimenti giovanili, come lo scoutismo, che ieri avevano contribuito in maniera non trascurabile alla socializzazione religiosa, non hanno più oggi, malgrado un recupero di vitalità, lo stesso impatto. Questo si traduce in una perdita di familiarità con il fenomeno religioso, e in una difficoltà a comprnderlo. Una parte dei giovani è quindi diventata analfabeta in materia di religione, con talvolta delle difficoltà a comprendere i riferimenti culturali religiosi, onnipresenti nelle arti e nella letteratura, ad esempio.

L'intera intervista a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202306/230612willaimegraveleau.pdf

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