Il sinodo della Chiesa universale sulla sinodalità arriva alla sua terza tappa: quella continentale. E cioè la preparazione e la celebrazione delle sette assemblee che forniranno l’instrumentum laboris per il sinodo previsto nel 2023 e nel 2024: Africa, Europa, Medio Oriente, Asia, Oceania, America del Nord e America del Sud. Il documento di lavoro per la tappa continentale (Allarga lo spazio della tua tenda) porta la data del 24 ottobre ed è stato presentato il 27.
Esso conferma la sorpresa già registrata per il documento preparatorio del settembre 2021 (cf. qui): nelle 45 cartelle poche note, nessuna ridondanza nelle citazioni del magistero, adesione al processo in atto piuttosto che a indirizzi teologici predeterminati. La sua stessa struttura non viene piegata, come di consueto, alla scansione del titolo generale (Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione), ma segue la ricerca compiuta dalle Chiese locali e nazionali. Non mancano le sorprese che si possono enunciare prima di dare conto del testo.
Novità qualitative
Anzitutto l’ampiezza del lavoro di cui dà conto. Sono arrivate 112 risposte dalle 114 conferenze episcopali (di solito, non più di 60), tutte le 15 Chiese orientali cattoliche, 17 dicasteri vaticani (su 24), le Unioni dei superiori e superiore, un migliaio di contributi di singoli e gruppi, quasi 20 milioni di persone raggiunte dal progetto social “la Chiesa ti ascolta”.
L’allargamento del coinvolgimento era già evidente nel sinodo sulla famiglia e ancora più in quello sui giovani. Ora si è ulteriormente sviluppato. Un dato quantitativo che si salda con una novità qualitativa, quella della “restituzione”: si ascolta il popolo di Dio e il risultato è riportato ad esso in un circuito che rende evidente, da un lato, la profezia in atto nelle comunità cristiane e, dall’altro, il compito del discernimento che è proprio dei pastori.
Dalle diocesi si passa alle conferenze episcopali, ma il testo per le assemblee continentali torna alla verifica anche delle diocesi. «Se infatti possiamo riconoscere ciò che lo Spirito dice alla Chiesa ascoltando il popolo di Dio, a quel popolo che vive nelle Chiese dobbiamo restituire il documento» (card. Mario Grech in conferenza stampa).
Un circuito legato non tanto all’originalità organizzativa, quanto all’affidamento della forza dello Spirito che accompagna il cammino di ogni Chiesa. Non è un documento conclusivo, né magisteriale, ma «il racconto dell’esperienza di ascolto della voce dello Spirito da parte del popolo di Dio, consentendo di fare emergere il suo sensus fidei» (n. 8).
«Siamo di fronte a un dialogo ecclesiale senza precedenti nella storia della Chiesa, non solo per la quantità di risposte pervenute o di persone coinvolte, ma anche per la qualità della partecipazione» (card. Jaean-Claude Hollerich, 26 agosto). Si tratta di «un processo innovativo, per non dire pionieristico: è una consultazione in dialogo che non è mai stata fatta» (p. Giacomo Costa, 26 agosto).
L'articolo di Lorenzo Prezzi che riassume e presenta il documento prosegue a questo link:
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