Un viaggio non solo di vacanza a Lampedusa organizzato dall’Associazione Edusa

Benedetta Rizzi e Francesca Cortese sintetizzano così l'esperienza di un viaggio a Lampedusa

Mentre con il gruppo siamo davanti alla porta d'Europa ecco comparire una piccola imbarcazione affiancata da un gommone della finanza che viene accompagnata verso il Molo. Decidiamo di seguire tutte le operazioni e spostandoci sulle rocce l’accompagnamo anche noi fino al suo attracco e assistiamo dal lato opposto del porto allo sbarco delle persone. Poi andiamo all'ingresso del Molo e vediamo i volontari di Mediterranean Hope (i pochissimi che hanno il permesso di accedere a quel luogo per portare un tè caldo, biscotti, un sorriso, un abbraccio e coperte termiche in caso di necessità) all'opera mentre accompagnano giovani ragazzi in bagno (ci sono solo due bagni sul molo, tenuti in condizioni igieniche spaventose, nei quali uomini, donne e bambini accedono spesso a piedi nudi). Ce ne andiamo, sollevate almeno dalla notizia che riusciamo ad avere sulle buone condizioni di salute e sull'arrivo salvo di tutti.

È incredibile che una bagnarola di lamiera piena zeppa sia riuscita ad arrivare intera! Dopo qualche ora, sul corso principale dell'isola ci ferma un pescatore su uno scooter. Ha due occhi di un azzurro incredibile, lo sguardo addolorato e un po' perso, un sorriso dolce e amaro insieme. "Stanno sbarcando, sono un pescatore, li ho avvistati io, andate a vedere, andate, ci vediamo là". Decidiamo di andare. Sono tante persone avvolte nelle coperte termiche: sono stati ore in acqua prima di essere soccorsi e sono arrivati stremati. Per fortuna tutti vivi.

La sera sul tardi assistiamo a un altro sbarco. Anche loro vengono issati da una motovedetta che li ha raccolti e trasportati. Sono tanti. Li vediamo allinearsi in un silenzio irreale lungo la banchina.

La settimana precedente il nostro arrivo da quelle barche sono stati portati via tanti corpi chiusi nelle sacche per cadaveri. 11 corpi recuperati, altri 9 dispersi in mare. Tra i morti due gemellini di 28 giorni e un bimbo di circa un anno.

 

Sono dovuta ripartire. Mi sarebbe piaciuto poter restare qualche giorno in più sull'isola. La natura aspra e ruvida, il profumo selvatico della macchia mediterranea, i colori incantevoli del mare, così bello e così crudele, lo sguardo che abbraccia orizzonti senza confini, molto diversi dal mondo che abbiamo costruito fatto di muri e di chiusure. Questo pezzo di terra gettato in mezzo al mare e le persone che ho incontrato mi hanno dato moltissimo in un tempo incredibilmente breve. 

Sono ripartita piena di gratitudine e col desiderio di poterci tornare per restituire qualcosa di ciò che ho ricevuto. Chissà, magari troverò un giorno un modo e una ragione per poterlo fare.

(Benedetta Rizzi



 

Di ritorno da un'intensa esperienza a Lampedusa. Un'isola da secoli approdo di persone in cerca di nuova vita, di creature d'acqua e di uccelli in cerca di un nido sicuro.

È stata una settimana ricca di incontri, di persone e di luoghi: volti anche contraddittori di quest'isola che da sempre accoglie genti, culture e religioni diverse.

Il volto dei migranti, ormai invisibili a Lampedusa. Arrivano continuamente e vengono stipati e rinchiusi nell'hotstop in attesa di essere trasferiti altrove, in silenzio di notte. In questi giorni erano più di 1000 in un centro predisposto per 350 persone...mi porto a casa il loro sguardo profondo che racconta di umiliazione, di rabbia, di sogni, di storie uniche. 

Il volto di quei Lampedusani che si impegnano concretamente fino ad aprire le loro case prendendosi cura delle persone in transito con grande spontaneità ed umanità. Mi porto a casa le loro emozioni ma anche la loro amarezza per non riuscire a partecipare come vorrebbero per rendere più umano questo meccanismo che ammassa per poi trasferirle frettolosamente.

Il volto dei pescatori, per loro salvare vite in mare è un dovere non una facoltà.

Il volto dell'indifferenza di coloro che arrivano a Lampedusa in vacanza o ci vivono senza farsi troppe domande.

Il volto di chi guarda oltre Lampedusa, pur vivendoci o conoscendola bene, perché per un'integrazione è una convivenza di pace si deve lottare non solo qui ma in ogni luogo, in Italia, in Europa e oltre.

Infine il volto degli orizzonti, delle albe e tramonti mozzafiato, dell'acqua cristallina che circondano l'isola che mi rigenerato e riconnessa con madre natura.

Che dire...torno più ricca dentro dopo un'esperienza sopra le aspettative con un gruppo di amici meravigliosi vecchi e nuovi. 

(Francesca Cortese)



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