La guardo mentre lo accarezza, gli parla, lo bacia. Venezia sta annegando, i mosaici sono rosicchiati dal sale, le gondole vanno sotto-sopra: «Non vi terrorizzate (...) Vi saranno terremoti, carestie, pestilenze: vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo». A Venezia il mare-mosso è un fatto terrificante. Qui, in collina, una mamma accanto al suo bambino, è un segno-grandioso: fosse ancora vivo Buonarroti, riaggiornerebbe la sua Pietà. La prima pietà della storia: una Mamma, sotto la Croce, con suo Figlio tra le braccia. «La gente pensa che io sia matta - è confessione di donna, la supplente di Dio - ma io persevero nella speranza: continuo a credere che Lui potrà rimetterlo in forma, com'è partito quella mattina». Dio, è certa, l'aiuterà. Nel frattempo, lei manco se lo immagina, è lei ad aiutare Dio, a tenergli stretta la mano. Ha detto che, nel frattempo, persevera. La (ri)guardo mentre lo cala dal letto, lo sistema in quella carrozzina-altare, lo tratta come fosse Dio. E' la tenacia, non il talento, a governare la storia. «Verranno giorni nei quali, di quel che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli apostoli sono tutti maschi: iniziano le rivoluzioni. Maria è una (ma)donna: le porta avanti. D'allora, tutto come allora: cominciare una rivoluzione è facile, portarla avanti è molto difficile. Iniziarla è affare dei maschi, concluderla è faccenda delle donne. Che Dio ci aiuti è materia di teologia, aiutare Dio è professione di vera fede. L'unica garanzia per il fallimento è quella di smettere di provarci.
Una mamma è donna-salvavita: «Guardalo: non ti chiedo risposte, nessun uomo potrà rispondere al posto di Dio. Ho solo voglia di raccontarti». Finora mai nessuno mi aveva fatto sentire così a mio agio. Proteggendomi dal rischio delle insulsaggini: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", "Il tempo è vicino". Non andateci dietro». Tradotto per me: "Lascia che ti sorpassino, don Marco. Tu vai-piano, stai tranquillo dietro a questa donna". Che viaggia lenta, col bambino in braccio, con addosso le vesti di chi fa la manutenzione dell'umano. «Qualcuno ha il coraggio di dirmi: "Dio, per il tuo bambino, ha un disegno"». Se glielo dicono tanto per dire, vale il peso di una bestemmia feroce. Se lo dicono per fede, questo figlio è un quadro impressionista: "Bellissimo. Immagino valga un'iradiddìo. Ma che cosa ha disegnato il pittore?" Vale assai, la sua quotazione è proporzionale all'incapacità d'individuare l'oggetto ritratto. Il Papa, oggi, è moda dargli-addosso. Lei, invece, a Pietro si aggrappa, eccome: «Quando dubito, rileggo la sua lettera». Mi concede il lusso della condivisione: «Cari genitori, di fronte alla sofferenza dei piccoli penso sempre che, se potessi fare un miracolo, li guarirei tutti». Alzo gli occhi le parole ritornano: «Io persevero nella speranza». Molti fallimenti nella vita «sono di persone che non si rendono conto di quanto fossero vicine al successo quando hanno rinunciato» (Th. Edison). L'aveva detto: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Cristo, senza che mi accorgessi, oggi mi ha spedito a ripetizione da una mamma con le mani in pasta. Con me adopera sempre mille precauzioni: ha una paura-matta che io mi stanchi ad aspettarlo.
(don Marco Pozza)
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