Mai c’era stato nella storia della Chiesa un ascolto del popolo di Dio così come l’ha voluto il Papa.
Questa è l’occasione per fare alcune precisazioni in quanto a mio giudizio regna molta ignoranza e confusione sulla parola “sinodo”, e non solo da parte dei cristiani quotidiani.
Abbiamo finora seguito puntualmente con diversi contributi lo svolgersi del cammino sinodale voluto da Papa Francesco e recepito dalla chiesa universale. Iniziato un anno fa, il 9 ottobre 2021, come anno di ascolto ha sostato sui temi della comunione accogliendo intuizioni diverse, interrogativi provocatori e urgenze sentite in modo condiviso dal popolo di Dio. Con un certo comprensibile ritardo da parte delle diverse chiese nazionali sono giunti a Roma i risultati di questo dibattito-dialogo, che ha visto la partecipazione dei cristiani battezzati. Attraverso il lavoro della segreteria generale del sinodo sono stati letti, esaminati e valutati a Frascati (21 settembre-2 ottobre) e ne è scaturita una sintesi – non un riassunto – che sarà pubblicata in questi giorni e inviata alle conferenze nazionali dei diversi paesi; in tal modo queste potranno ancora esaminare il documento con sguardo critico, arricchirlo dove è necessario con un dibattito da rinnovarsi con alcuni rappresentanti del popolo di Dio, e quindi consegnarlo al segretario del sinodo in vista della stesura dell’Instrumentum laboris per il sinodo dei vescovi che si celebrerà a ottobre 2023 e anche in una sezione ulteriore prevista da Papa Francesconell’ottobre 2020.
Ero in attesa di questa sintesi che purtroppo non è giunta e quindi ne forniremo una valutazione nel prossimo fascicolo. Questa è dunque l’occasione per fare alcune precisazioni in quanto a mio giudizio regna molta ignoranza e confusione sulla parola “sinodo”, e non solo da parte dei cristiani quotidiani.
Innanzitutto occorre ricordare che il sinodo come istituzione è frutto del concilio Vaticano II. Fu Paolo VI che, proprio in considerazione della collegialità episcopale vissuta in concilio e nell’intento anche di ripensare la forma dell’esercizio del ministero petrino, volle istituire con la costituzione Apostolica sollicitudo il sinodo dei vescovi “richiamandosi all’antichissima disciplina in base alla quale i vescovi di tutto il mondo vivevano la comunione tra loro e con il vescovo di Roma … anche nella convocazione dei concili”. E Paolo VI arrivò ad esprimersi con queste parole: “Di nostra iniziativa e con la nostra autorità apostolica erigiamo e costituiamo in questa alma città un consiglio permanente di vescovi per la chiesa universale … che con nome proprio chiamiamo Sinodo dei Vescovi” (il corsivo è nostro).
In verità questo consiglio “permanente” di vescovi non è mai stato istituito ....
L'intero articolo di Enzo Bianchi a questo link:
https://www.alzogliocchiversoilcielo.com/2022/11/enzo-bianchi-la-novita-di-francesco-per.html
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