«Il mondo chieda a Putin una tregua di Natale. Tutte le nostre chiese aperte per chi non ha luce e riscaldamento»
Come si vive un Avvento di guerra?
Le bombe continuano a cadere. La popolazione è consapevole che la Russia vuole metterci in ginocchio in questi mesi freddi. Sappiamo che è complicato riparare tutti i punti della rete elettrica continuamente attaccata. Ma il Natale ci ricorda che Dio è amore, che il Verbo si è fatto carne per riscattare l’umanità: ecco, nel mistero dell’incarnazione troviamo la speranza che ci deve sostenere nelle prove. E il Vangelo di Cristo ci guida nel cammino di conversione che, con la preghiera, chiediamo anche per i nostri aggressori.
La preghiera è un’arma?
Ritengo che la guerra sia anche un esame di coscienza sul nostro percorso di fede. E la preghiera è un punto di appoggio per tutti: compresi i nostri soldati al fronte che incontro spesso e che mi raccontano come affidino la loro vita al Signore. E noi, come comunità cristiana, facciamo altrettanto: ogni giorno mettiamo nelle mani del Risorto tutte le nostre sofferenze e tutte le nostre attese.
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