Verso la Domenica della Parola (domenica 22 gennaio): La consegna di sé secondo il Caravaggio

In occasione della Domenica della Parola istituita da papa Francesco e che ricorre ogni anno la terza domenica del Tempo Ordinario dell’anno liturgico (quest’anno il 22 gennaio), proponiamo una catechesi che valorizza il nostro patrimonio artistico per mostrare cosa succede in chi si consegna al Signore. Lo stesso evangelista Matteo, che ci accompagna in quest’anno liturgico, ha un esplicito racconto di vocazione che sembra riguardarlo in prima persona (Mt 9,9-13; Mc 2,13-17; Lc 5,27-28). Per tale ragione la catechesi ripercorre le tre tele del Caravaggio, nella rilettura biblico artistica di don Fulvio Rossi, appassionato d’arte e responsabili della comunità pastorale di Lainate (MI)



È sorprendente l’attenzio­ne e l’interpretazione singolare che il Caravaggio (Michelange­lo Merisi, Milano 1571 ­ Porto Ercole 1610) riserva alla vicen­da dell’apostolo ed evangeli­sta Matteo. Tutto è concentrato nella cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei France­ i a Roma. 

Siamo in prossimità del Giu­bileo del 1600, in un luogo di transito dei pellegrini verso la tomba di Pietro, e il Caravaggio riceve dagli eredi del cardinale francese Mathieu Cointrel (ita­lianizzato in Matteo Contarel­li) l’incarico di onorare la me­moria dell’eminente prelato che portava il nome dell’apostolo. Due tele, quelle laterali (la Vo- cazione e il Martirio di san Matteo) sono le prime commissio­nate e realizzate tra il 1599 e il 1600; quella centrale (San Matteo e l’angelo), che sovrasta l’al­tare della cappella, viene finita nel 1602. Tre dipinti che sono da leggere e considerare come una rappresentazione a tre tap­pe, un unico percorso di seque­la del Signore Gesù che rivolge la sua chiamata a Levi il pubbli­cano e che lo coinvolge in una missione: quella di essere te­stimone della sua misericordia nella fedeltà di una risposta fi­no al dono della vita nella piena consegna di sé. 

I dettami dell’autorità eccle­siastica a seguito del Conci­lio di Trento prescrivevano che compito dell’arte era di delectaredoceremovere, cioè di fare da sostegno alla devozione dei fedeli, che venivano educati ai contenuti della fede e coinvol­ti anche in una partecipazio­ne emotiva in quanto vedevano rappresentato. 

Quanti arrivavano a Roma in occasione del Giubileo, poteva­no vedere descritto nella cappel­la un esempio della conversione di un peccatore. 


 

La lettura delle tre tele sarà proposta in tre post su questo Blog:

·       mercoledì 18 “La vocazione di S. Matteo”

·       giovedì 19 “S. Matteo e l’Angelo”

·       venerdì 20 gennaio “Il martirio di S. Matteo”

 

(Fonte: il Sussidio Liturgico Pastorale 2023, ed. San Paolo, Milano)

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