Nella "Domenica della Parola" la nostra liturgia e la nostra preghiera

 

Introduzione alla Liturgia della "Domenica della Parola"

 

Siamo il popolo di Dio chiamato a gioire della luce del Signore, siamo il popolo di Dio chiamato a radunarsi per lodare le meraviglie che Dio opera nella nostra vita, siamo il popolo di Dio riunito per ascoltare la sua Parola, siamo il popolo di Dio raccolto attorno al Pane della vita.

Vogliamo oggi accogliere l’invito, rivolto da papa Francesco, di dedicare la Liturgia della III domenica del Tempo Ordinario alla Parola di Dio. 

Quest’anno ci viene chiesto di sottolineare l’unità delle tre parti della Liturgia e come la Parola Proclamata sia la stessa celebrata nella Liturgia Eucaristia, come pure nei Riti di Comunione e Conclusione.

Per questo oggi, come segno di particolare attenzione, il libro dei Vangeli sarà portato nella processione d’ingresso e posto sull’altare. 


Intenzioni penitenziali

 

Signore, tu ti proponi come luce per la nostra vita, ma noi spesso preferiamo le tenebre del peccato. 

Abbi pietà di noi.                    

 

Cristo, tu ci chiami a camminare insieme come fratelli, ma noi scegliamo di schierarci gli uni contro gli altri.

Abbi pietà di noi.                    

 

Signore, tu predichi la conversione e la tua vicinanza, ma noi rimaniamo distratti nella nostra comodità.

Abbi pietà di noi.                    

 

Introduzione alla Liturgia della Parola

 

Il titolo di questa Domenica della Parola è “Annunciatori della Parola” un’e­spressione tratta dalla Prima lettera di Giovanni: «Vi annun­ciamo ciò che abbiamo vedu­to».

Per “annunciare” siamo chiamati a “vedere” nelle nostre tenebre la “grande luce” portata da Gesù, al medesimo modo nella quale la videro tanti uomini di popoli, nazioni e religioni diverse che frequentavano la Via del Mare, nella Galilea delle Genti. Una realtà cosmopolita come la nostra. 

Qui Gesù “cammina”, “chiama”, “insegna”, “guarisce” ed “esorcizza” illuminando la vita di chiunque incontra. Invita anche a noi a seguirlo e a fare altrettanto. A chi accoglie il suo invito non promette nulla, ma affida una missione. Non chiede di cambiare mestiere ma di viverlo a favore degli altri.


 

Preghiera dei Fedeli

R.: Ascoltaci Signore

Padre, tu che hai mandato Gesù Cri­sto ad annunziare il lieto mes­saggio ai poveri, la liberazione ai prigionieri e a predicare il tem­po di grazia, fa diventare sempre più missionaria la tua Chiesa e la nostra Comunità. Aiutaci a renderci capaci di accogliere e abbracciare ogni uomo di ogni lingua, nazione, situazione di vita. R. 

Signore, tu che non ci chiedi di aderire a una nuova dottrina ma ad avere compassione di ogni uomo, aiutaci a renderci capaci come tu ci hai mostrato e insegnato a chinarci su ogni fragilità, aiutando e dando strumenti perché tutti possano trovare l’integrità della loro umanità. R.

 

Signore, tu ci chiami costantemente, aiuta chi accoglie il tuo invito a seguirti, di fare senza remore quanto tu chiederai, come fece il popolo di Israele sotto il Sinài che promisero di seguire la Torà che tu non avevi ancora dato. R.

 

Padre, aiuta noi e tutti i credenti di tutte le Chiese a cercare l’unità perché questa è la tua volontà in attesa di quando porrai definitivamente la tua tenda fra gli uomini, abiterai con noi e saremo i tuoi popoli e tu sarai il Dio-con-noi. R.

 

Padre, in questa Domenica della Parola ti preghiamo di aiutare papa Francesco a guidare alla luce della tua Parola che è la tua volontà, la tua Chiesa in questi momenti dove sembra prevalere il Divisore sull’unità. R.

 

 

Introduzione alla Processione di Presentazione delle Offerte

 

Il passaggio dalla Liturgia della Parola alla Liturgia Euca­ristica è scandito da un cam­biamento di luogo: dalla sede dell’Ambone all’Altare.

Per significare questo, due dei ceri ai piedi dell’Ambone sono portati solennemente dall’ambone all’altare, mentre gli altri due ceri ai piedi dell’ambone vengono spenti.

Nel gesto umile e semplice di presentare il pane e il vi­no si palesa un significato molto grande: si porta all’altare tutta la creazione che è assunta da Cristo Redentore e presentata al Padre per essere trasforma­ta nel suo Corpo e nel suo Sangue.

  

Riti di Comunione e di Conclusione


Quello che abbiamo offerto – il nostro cibo, la nostra vita, noi stessi e il mondo intero – lo abbiamo offerto in Cristo e come Cristo, perché egli stesso ha assunto la nostra vita. Tutto questo ora ci è restituito come dono di vita nuova e quindi come “cibo”.

Per questo ora pregheremo con solennità l’Antifona di Comunione che è un versetto l’Evangelo prima proclamato per affermare che la Parola avvolge ogni parte delle nostre celebrazioni:

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce” (Mt 4,16)


Quando ci è stata consegnata la Comunione, al ministro che ce la offre dicendo: “Il Corpo di Cristo” abbiamo risposto “Amen” in modo forte e chiaro) perché con questo si esprimiamo: la nostra fede nel Signore – nella Chiesa – nella vita che siamo chiamati a vivere come quel “Corpo di Cristo” che diventeremo partecipando al Pane unico.

 

Preghiera Litanica dopo la Comunione:

Presidente

Tutti

Tu apri gli occhi ai ciechi

La tua Parola è luce ai miei passi

Con te non inciampa il mio piede

La tua Parola è luce ai miei passi

Tu m’insegni a vivere in libertà

La tua Parola è luce ai miei passi

La tua dottrina riempie mio cuore

La tua Parola è luce ai miei passi

Sento il tuo messaggio di gioia

La tua Parola è luce ai miei passi

Tu m’insegni giudizio e saggezza

La tua Parola è luce ai miei passi

I tuoi comandi sono un canto sulle mie labbra

La tua Parola è luce ai miei passi

Seguire te, Signore, è la mia gioia

La tua Parola è luce ai miei passi

 



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