La stella e le Scritture

Nel Vangelo di Matteo il medesimo verbo utilizzato per dire che la stella precedeva i Magi nel loro cammino (proago) viene ripreso in un altro passo: «i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio» (Mt 21,31)



Come arrivare al re dei giudei che è nato? Come giungere, al termine del cammino, ad adorare il Signore? Il racconto dell’adorazione dei Magi ci presenta, nella sua grande ricchezza di simboli, un’interessante prospettiva. Nel racconto possiamo scorgere abbozzata una “teologia della rivelazione” in forma narrativa. Come sempre le Scritture non ci presentano la teologia come un trattato in modo sistematico, come qualcosa che deve essere studiato e imparato, ma come una narrazione che deve essere vissuta e interiorizzata, fatta entrare nel concreto cammino del credente con il suo Dio. Il cammino dei Magi inizia in un luogo imprecisato della terra, non sappiamo da dove vengano in realtà. Isaia, nel brano che fa da sfondo scritturistico al racconto di Matteo dice che da tutti i punti cardinali arriveranno a Gerusalemme per adorare il Signore, da tutti i popoli della terra. Forse dietro il silenzio di Matteo ci sta questa idea: i Magi vengono dall’Oriente, ma questo è un termine generico; essi potrebbero giungere da qualsiasi parte del mondo, da qualsiasi popolo.

Un segno che mette in cammino verso Gerusalemme

Essi hanno visto la stella del “re dei giudei” nel suo sorgere: ecco il segno che limette in cammino. Certamente la stella è un simbolo messianico per le scritture ebraiche (Nm 24, 17); per i popoli dell’antichità al nascere di un uomo si accendeva una stella… Noi potremmo interpretare la stella come un segno posto nella vita dell’uomo: come le vicende della vita, che ci guidano a scoperte che mai avremmo immaginato, i casi della vita, i cammini dell’uomo e dei popoli. Condotti da questa stella, da questo segno posto sul loro cammino e che essi sanno cogliere, i Magi arrivano a Gerusalemme.

Da Gerusalemme uscirà la Torah

Nel loro cammino di ricerca, iniziato grazie a questo segno misterioso, puro dono di Dio, passano per Gerusalemme, perché «da Gerusalemme uscirà la Torah» (Is 2,3). Necessariamente il cammino di ricerca per adorare il Messia nato deve passare per Gerusalemme, che è il luogo della sua visita.

A Gerusalemme interrogano gli scribi del popolo, coloro che erano esperti della Legge. I Magi ricevono dagli scribi una risposta esatta: il luogo della nascita del Messia, la città dove Davide venne unto re, Betlemme. Gli scribi del popolo rispondono citando le Scritture di Israele (Mi 5,1.3; 2 Sam 5,2), essi conoscono bene i libri sacri e sanno dove nascerà il Messia atteso. Tuttavia questi personaggi non muovono un solo passo verso il luogo dove egli è nato, non si mettono in cammino. Ci troviamo davanti ad un paradosso: coloro che conoscono le Scritture sanno tutto, ma non incontrano il Messia atteso; dei pagani invece, grazie ad un segno posto nella loro vita che li spinge ad iniziare il cammino, passano per Gerusalemme, arrivano alla casa di Betlemme. Senza le Scritture, i pagani venuti dall’Oriente non avrebbero potuto arrivare ad adorare Gesù, e quel segno posto nella loro vita sarebbe rimasto senza risposta, senza meta; gli scribi del popolo, con le Scritture ma senza un animo aperto alla ricerca di Dio, non si muovono per andare ad adorarlo. Le Scritture sono necessarie, occorre passare attraverso di esse, ma non bastano. Infatti non basta conoscerle e possederle, occorre un animo capace di ascoltarle, un cuore “ubbidiente” e saggio. Non si può fare a meno di Israele, di Gerusalemme e delle Scritture, ma non basta un’appartenenza ufficiale al popolo eletto o, potremmo dire noi oggi, alla Chiesa. Non si può non passare per Gerusalemme, ma l’abitare nella Città santa (o l’essere nella Chiesa!) non è garanzia di salvezza e di possesso di Dio. Come sotto la croce un pagano riconoscerà “Figlio di Dio” quell’uomo crocifisso, con scritto sul patibolo “il re dei giudei”, così i Magi pagani sanno riconoscere il re dei giudei che è nato nel bambino di Betlemme.

Vi passano avanti nel Regno di Dio

Nel Vangelo di Matteo il medesimo verbo utilizzato per dire che la stella precedeva i Magi nel loro cammino (proago) viene ripreso in un altro passo: «i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio» (Mt 21,31). 


È bello pensare che per noi oggi la stella che ci guida all’incontro con il Messia atteso, non senza Gerusalemme e le Scritture, siano proprio i pubblicani e le prostitute, quei “poveri” che, non avendo nulla da rivendicare davanti a Dio, hanno tutto da ricevere. Sono questi i segni, le stelle poste nella nostra vita per metterci in cammino, nella ricerca del Re che è nato.


(Matteo Ferrari, monaco di Camaldoli)

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