È stata “un’esperienza spirituale che ci ha condotto a sperimentare, per la prima volta, che è possibile incontrarci, ascoltarci e dialogare a partire dalle nostre differenze e al di là dei tanti ostacoli, muri e barriere che la nostra storia ci mette sul cammino”. È quanto scrivono i circa 200 delegati delle 39 Conferenze episcopali europee al termine della prima parte dell’Assemblea sinodale europea che si è svolta a Praga dal 5 al 9 febbraio. “Sono veramente molto contento”, commenta il card. Hollerich. “Potevano esserci tensioni molto feroci ma questo non è avvenuto. Siamo rimasti fratelli e sorelle"
“Prendere concrete e coraggiose decisioni sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa e su un loro maggiore coinvolgimento a tutti i livelli, anche nei processi decisionali (decision making and taking)”. “Esplorare forme per un esercizio sinodale dell’autorità”. Superare “la frattura tra fede e cultura per tornare a portare il vangelo nel sentire del popolo, trovando un linguaggio capace di articolare tradizione e aggiornamento”. “Ascoltare il grido dei poveri e della terra nella nostra Europa, e in particolare il grido disperato delle vittime della guerra che chiedono una pace giusta”. Sono alcune delle “raccomandazioni conclusive” sottolineate nel comunicato finale che è stato diffuso a Praga al termine della prima parte dell’Assemblea sinodale europea. Dal 10 febbraio al 12 febbraio, si incontreranno solo i Presidenti delle Conferenze episcopali per rileggere “collegialmente l’esperienza sinodale vissuta insieme”. Sono stati quattro giorni intensi di ascolto e di dialogo dove i 200 delegati delle 39 conferenze episcopali europee si sono confrontati sulle sfide aperte della Chiesa in Europa.
L'intero articolo di M. Chiara Biagioni a questo link:
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