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Matrimonio omosessuale: né crimine, né peccato

Quando papa Francesco si oppone alle leggi che criminalizzano l’omosessualità e non si oppone alle leggi che consentono il matrimonio omosessuale, alcuni vescovi omofobi protestano, in nome della loro credenza nella presunta peccaminosità di tutte le relazioni omosessuali. A ragione Francesco si vede costretto a fare diversi chiarimenti


Va chiarito: l’orientamento omosessuale in quanto tale non è un crimine o un male morale o un’ingiustizia, ma una condizione della persona.
Ma gli omofobi si ostinano ad argomentare contro Francesco, (con citazioni dottrinali dal Catechismo o CDF), dicendo: “questa relazione è peccato”. E Francesco è costretto a chiarire: è necessario distinguere, soprattutto, tra delitto e peccato. Nossignore, i vescovi omofobi continuano a non essere d’accordo ed a polemizzare contro Francesco, sostenuti dalla presunta “dottrina tradizionale della chiesa”. E Francesco deve fare la terza e la più decisiva e puntuale chiarificazione: Sì, effettivamente, questi testi da voi citati sono dottrina tradizionale (che io non cambio per decreto, ma camminando verso il cambiamento attraverso la sinodalità...), ma... in questa tradizione della Chiesa e in quella della Bibbia c’è stato, c’è e ci sarà bisogno sempre di evoluzione, revisione e reinterpretazione..., attualmente la pratica pastorale dell’accoglienza nella Chiesa di persone che fino ad ora erano discriminate è un modo per preparare l’evoluzione e la revisione della dottrina  (si mancava e si manca gravemente contro la carità verso queste persone, gli omofobi vanno chiamati alla conversione...).

Tra l’altro, questi temi sono in discussione in vista del Sinodo ...


L'intera riflessione di Juan Masiá S.J. a questo link:




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