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Ritrovare la cattolicità. Sì, ma come?

Abbiamo perduto il senso della cattolicità, nel momento in cui ci siamo separati gli uni dagli altri e abbiamo (storicamente, istituzionalmente) diviso la chiesa.

La cattolicità, riportata in terzo luogo nella linea dei “contrassegni” dell’ecclesialità al concilio di Nicea-Costantinopoli, sarà o, meglio, dovrebbe essere, un effetto dell’unità
Vorrei giustificare la prima parola del titolo del mio intervento: “ritrovare”. Perché “ritrovare”? 
Il nostro processo riformatore di una chiesa confessionalmente divisa, e fino a tempi recenti antagonista, consisterebbe dunque nel ritrovare qualcosa che noi avremmo perduto! E questa perdita sarebbe grave per la nostra coscienza ecclesiale, per il nostro modo di viverla, ossia in una pretesa fedeltà al credo iniziale della chiesa antica. Tale “perdita”, e l’incapacità che l’accompagna di stroncare i suoi effetti nelle nostre chiese confessionali divise, sarebbe come un ostacolo fortemente penalizzante per la nostra coscienza e le nostre pratiche ecclesiali troppo separatrici. Ora, tale perdita è appunto quella della cattolicità ecclesiale che noi avremmo sacrificato, perduto, svenduto. Proprio mentre pretendiamo, a partire dal XVI o XVII secolo, di essere in situazione di chiesa semper reformanda
Però, mi direte, non tutti hanno tale pretesa. 

L'intera riflessione di  Gottfried Hamman a questo link:



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