Durante l'Eucarestia di questa domenica, è stato ascoltata una telefonata di Nabil Antaki, giunta dall'inferno del terremoto che ha reso in macerie la Syria aggravando una situazione già tragica. Durante l'intera Quaresima la nostra Comunità raccoglierà le offerte per rispondere a questa specifica richiesta aiuto.
Buon giorno a tutti.
Sono Nabil Antaki, medico chirurgo ad Aleppo e volontario dell’associazione aleppina Maristi Blu. Dopo 11 anni di guerra, siamo adesso in una situazione né guerra né pace, il conflitto è come congelato, ma la situazione umanitaria ed economica è disastrosa: il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Anche prima del terremoto la situazione era catastrofica a causa della distruzione dell’infrastrutture del paese nella guerra e delle sanzioni imposte da Unione Europea e Stati Uniti di fatto contro il popolo siriano. Il tasso di disoccupazione è molto importante e i prezzi dei prodotti in continuo aumento impediscono alle persone di comprare il minimo indispensabile.
A questo si sono aggiunti i due terremoti del 6 e del 20 febbraio chi hanno spinto per strada 2 milioni di abitanti di Aleppo. Le macerie hanno riempito le strade, gli edifici continuano a crollare a causa delle crepe derivanti dalle due fortissime scosse: un inferno, non avevamo mai sentito nulla di simile.
Ci sono palazzi crollati ed altri inabitabili perché pericolosi. Tantissime persone ora vivono in spazi come chiese, sale delle parrocchie, moschee, scuole…
La nostra associazione, i Maristi Blu, è attiva in soccorso alla popolazione di Aleppo fin dal 2012. Attualmente nei nostri locali, che non sono grandi, abbiamo accolto 1000 persone che non hanno più casa. Offriamo loro un tetto per dormire con materassi e coperte, pasti, abiti, un po’ di calore. Ma vogliamo aiutare anche le persone a riparare le case e, quando possibile, tornare a casa.
Grazie in anticipo di cuore per quanto potrete aiutarci, ogni goccia è preziosa e ricordateci anche nella preghiera
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Subito dopo il terremoto avevamo ricevuto anche un'altra lettera da parte di Suor Marta e le Monache Trappiste di Azer-Syria. È stata pubblicata la settimana seguente sul Foglietto "La Resurrezione" e, qui di seguito, ne riportiamo una sintesi:
"Fratelli e sorelle aiutateci! Le macerie e il cielo stanno spegnendo la speranza che nella preghiera incessante riponiamo ormai solo in Dio.
Il terremoto è una tragedia immane che colpisce i nostri cuori e la nostra mente ma la nostra gente muore di fame oggi come ieri, perché la fame, l’incapacità di far fronte alle malattie per il costo dei medicinali e tutto il resto esistevano anche prima del 6 febbraio.
Ci voleva forse questo per fare aprire gli occhi sulla tragedia siriana di cui nessuno parlava più da tempo. C’era già un terremoto, più silenzioso ma non meno devastante, che Danny scuoteva la vita e il futuro di questa nostra gente alla quale ormai apparteniamo. Cosa deve ancora accadere perché ci convinciamo che la guerra porti solo altra guerra e mai la pace.
I morti sono morti, gli affidiamo a Dio e alla sua misericordia, che illumina anche ciò che noi non comprendiamo. Ma i vivi hanno bisogno di una speranza tangibile concreta che la vita si possa ricostruire. La voce di chi riusciamo a contattare anche per telefono in giro per il paese hanno macerie non solo davanti gli occhi ma anche nel cuore. Anche queste hanno bisogno di essere rimosse, sollevate in qualche modo".
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