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La Quaresima: un cammino paradossale e inverso

Quaresima è un itinerario paradossale: parte dalle ceneri per giungere al fuoco nuovo della Pasqua e della Pentecoste mentre nella nostra esperienza è il contrario: è dopo il fuoco rimane la cenere. Perchè questo?



La promessa che il Signore Gesù fa ad ogni cristiano e ad ogni uomo che si mette in un cammino è una promessa di vita e, la Quaresima che iniziamo oggi, un itinerario è paradossale: parte dalle ceneri per giungere al fuoco nuovo della Pasqua e della Pentecoste mentre nella nostra esperienza è il contrario: è dopo il fuoco rimane la cenere.


Si parte dalle ceneri, simbolo austero della fragilità e dalla pochezza dell’uomo come della Chiesa ed anche della nostra Comunità, che si manifesta quando si autocentra sulle proprie forze, chiudendosi così a Dio e ai suoi doni. Siamo piccolezze, fragilità. Realtà effimere, vaporose. Con la recezione delle ceneri si riconosce proprio questo. La cenere rimanda alle sconfitte dell’uomo, alle realtà non positive del suo vissuto anche all’interno delle Comunità e della Chiesa. Dal “voler fare da soli”, che ci lascia con un pugno di fredde ceneri in mano, il cammino che iniziamo oggi è il volersi aprire all’Altro e all’altro/a. Per questo, quando ci saranno poste sul capo, verrà detto “Convertitevi e credete all’Evangelo”, al plurale perché è un rito prima di tutto comunitario, non solo personale ed è un versetto dell’Evangelo di Marco che non ci è concesso di modificare.


Nella Quaresima la Chiesa si mostra nella sua natura di “Chiesa pasquale”, popolo che cammina-insieme, cioè sinodalmente, per imparare sempre di nuovo a essere discepoli del Signore tutti i giorni, anche oggi. La Quaresima è custode soprattutto di due volti della vita ecclesiale: la conversione e l’ascolto


La Quaresima insegna ad ascoltare il Signore che parla oggi, impegnandoci così anche ad ascoltarci tra di noi, a comprenderci imparando a farci carico dell’altro. È questo che contraddistingue il volto di una umanità come di una Chiesa sinodale, mettendo al centro delle nostre relazioni il discernimento di ciò che il Signore ci chiede oggi, quindi anche alla nostra Comunità. 

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