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Nel riconoscere l’identità di Gesù Pietro riceve la propria

Sarà lo scorrere del tempo, sarà la nostra vita a manifestare se davvero abbiamo accolto e fatta nostra la rivelazione del Padre: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”


Il vangelo di Matteo, come quello di Marco, precisa la collocazione geografica della confessione di Pietro. Gesù si trova a Cesarea all’estremo nord di quella che era considerata terra di Israele; la città era stata ricostruita verso il 3 a.C. da Erode Filippo, che le dato il nome di Cesarea in onore dell’imperatore Cesare Augusto. Di fronte a questa città, Gesù interroga i discepoli: “Gli uomini chi dicono che sia il Figlio dell’uomo?”. I pareri sono tanti e diversi. Lo erano attorno ai discepoli, lo sono attorno a noi. 

Ma Gesù poi rivolge la domanda direttamente ai discepoli: “Voi, chi dite che io sia?”. Lo chiede ai discepoli, lo chiede a ciascuno di noi. Pietro risponde: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. È giunto a questa confessione di fede dopo un lungo cammino dietro a Gesù, con Gesù e i suoi discepoli;è   confessione che nasce dalla rivelazione del Padre che è nei cieli. Pietro l’ha accolta, ma dovrà passare molto tempo prima che la faccia veramente sua, prima che comprenda fino in fondo il senso di queste parole. Dovrà lasciarsi abitare da questa domanda, attraversare cadute e smarrimenti, e proprio al cuore dei momenti di crisi, imparerà a capire che il Cristo è il Figlio del Dio vivente, del Dio che vive accanto a noi tutti giorni fino alla fine del mondo e che vuole troviamo la vita nel suo Figlio. Pietro è uno dei piccoli a cui il Padre si è rivelato (cf. Mt 11,25); Gesù dichiara che su di lui, “pietra” edificherà la sua chiesa. 

Nel riconoscere l’identità di Gesù Pietro riceve la propria, confessa la sua fede/fiducia nel Signore, riceve fiducia da parte del Signore, ma deve restare piccolo, soltanto a questa condizione può restare pietra su cui viene edificata la comunità cristiana. E invece, immediatamente dopo l’annuncio che gli è stato rivolto, Pietro si sente grande, talmente grande da voler essere lui a indicare la via al Signore, una via senza passione e senza croce. Immediata e decisa la risposta: “Torna dietro a me, Satana!”. Simone può avere due nomi: Pietro e Satana. Affascinante l’evangelo, meravigliose le Beatitudini, ma Pietro, come anche noi, vorrebbe un vangelo senza croce. 

Pace, amore: chi non li desidera? Ma Gesù sa e annuncia ai suoi che la sua via di amore incontrerà il rifiuto da parte degli uomini; Pietro e noi con lui ci ribelliamo: “Non sia mai, Signore: questo non ti accadrà mai!”. Dietro a quel “non ti accadrà mai”, c’è il “non ci accadrà mai”. Rifiutiamo la via seguita dal Signore. In questi versetti risuona l’annuncio della passione, morte e resurrezione. Gli uomini daranno la passione e la morte, ma il Dio vivente richiama alla vita. La morte non è l’ultima parola. 

“Voi chi dite che io sia?”: la domanda ci accompagna lungo il corso della nostra vita. Sarà lo scorrere del tempo, sarà la nostra vita a manifestare se davvero abbiamo accolto e fatta nostra la rivelazione del Padre: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

(sr Lisa di Bose)

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