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Tre domande sulla violenza maschile

Da dove nasce la violenza maschile? Chi è responsabile della violenza maschile? Cosa possiamo fare per eliminare la violenza maschile? Tre domande a cui dare alcune risposte dopo l’ennesimo caso di violenza sulle donne.

Sono successe cose. Le motivazioni della sentenza per una violenza sessuale - accertata - che ha visto assolvere i due stupratori perché l’errata percezione della volontà della ragazza avrebbe impedito, e cito testualmente, di “ritenere penalmente rilevante la loro condotta”. In sintesi: sì, hanno abusato di lei, non hanno rispettato la sua volontà e violato il suo consenso, ma è colpa del porno e non colpa loro.

Poi c’è stata lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo, che per ora sembra quello che in America chiamano “open and shut case”, sette ragazzi di cui uno minorenne che si gettano - e sono parole loro, prese dai loro messaggi - come “cento cani su una gatta” e ne abusano per “farle passare il capriccio”, perché “la carne è carne”, poi se ne vanno tranquilli in rosticceria

. E quando scoprono che lei li ha denunciati, si ripromettono di cercarla e prenderla a testate. 

E prima ancora il bidello dei dieci secondi, le reazioni alle accuse a Leonardo La Russa, i casi delle molestie nell’ambiente della pubblicità, insomma, ci troviamo in un momento.

La novità rispetto al solito, mi pare, è questa: con ogni incidente di questo tipo che finisce in cronaca, aumenta il numero degli uomini che entrano in maniera visibile e centrata nella conversazione sulla cultura maschile e sulla responsabilità degli uomini nel cambiamento. C’è qualcosa nell’aria ...


L'intera riflessione di Giulia Blasi, scrittrice e conduttrice programma radiofonici, continua a questo link:


 

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