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Il nostro grande peccato

(da www.insiemesullastessabarca.it)

Prima dell’intervento sul pane Cristo comincia a provocare, a verificare qualcosa nei discepoli. Il termine peirazo è proprio il termine che troviamo quando il diavolo tenta Cristo o quando gli scribi lo provocano perché lo vogliono mettere alla prova, se ragionava bene e se stava osservando tutte le leggi. “Comprare” è la parola che riassume la tentazione che Cristo mette davanti ai discepoli, perché questa è la logica umana: comprare, vendere, avere, possedere. 

Cristo sta quasi tentando i discepoli per verificare di quale mentalità sono, con quale mentalità lo seguono. Perché questo è il punto, anche se si sta con Cristo, se si cammina sulle sue orme, la mentalità può rimanere quella antica, quella del mondo, quella dell’uomo vecchio. Li chiamò perché stessero con Lui per poter assorbire la mentalità dei figli, per pensare secondo Dio e non più secondo gli uomini (cf Mc 8, 33). 

Lui sa che per i discepoli non è affatto semplice rinascere a una mentalità nuova, non è per loro un fatto acquisito rinnovare il loro modo di pensare a partire da Cristo. Come poi preciserà molto bene San Paolo proprio considerando la sua propria esperienza (cf Rm 12,2; Ef 4, 23).

Il termine “fateli sdraiare” (Gv 6,10) è lo stesso che si usava per i pasti solenni di festa, come la Pasqua, in cui si era sdraiati, perché si era liberi, si era signori. Questa usanza la troviamo anche presso i Greci e Romani. Si poteva sdraiare solo chi aveva un servo, altrimenti si stava seduti o in piedi. Si è sdraiato uno che aveva chi lo poteva servire. 

(Marko Ivan Rupnik) 



Questa gente ha bisogno di mangiare; bisogna fare qualcosa per loro. Gesù era così. Viveva pensando alle necessità fondamentali dell’essere umano.

Filippo gli fa notare che non hanno denaro. Tra i discepoli, tutti sono poveri; non possono comprare pane per tutti. Gesù lo sa. Quelli che hanno denaro non risolvono mai il problema della fame nel mondo. C’è bisogno di qualcosa di più del denaro. 

Gesù li aiuterà a intravedere una strada diversa. Prima di tutto, è necessario che nessuno accaparri ciò che ha per sé stesso se ci sono altri che hanno fame. I suoi discepoli dovranno imparare a mettere a disposizione degli affamati quello che hanno, anche se sono solo «cinque pani d’orzo e due pesci». 

L’atteggiamento di Gesù è il più semplice e umano che si possa immaginare. Ma chi c’insegnerà a condividere se sappiamo solo comprare? Chi ci libererà dalla nostra indifferenza di fronte a quelli che muoiono di fame? C’è qualcosa che può farci più umani? Avverrà un giorno questo “miracolo” della solidarietà reale tra tutti? 

La Terra e tutto quello che ci alimenta l’abbiamo ricevuto da Dio. È dono del Padre destinato a tutti i suoi figli e le sue figlie. Se viviamo privando altri di quello di cui hanno bisogno per vivere è perché lo abbiamo dimenticato. È il nostro grande peccato, anche se quasi mai lo confessiamo

(José Antonio Pagola)  

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