Una carezza da restituire

 

di Eugenio Scalfari 

in “la Repubblica” del 6 luglio 2021 

Conosco ormai da anni Papa Francesco e ritengo per questo di essere un uomo fortunato. (…) Sua Santità gira il mondo per ravvivare i sentimenti religiosi. Come li sente lui sono vivacissimi; se si sono spenti lui è in grado di ravvivarli e di diffonderli anche dove ancora non ci sono, anche cambiandone in qualche modo la sostanza, le finalità, le prospettive e l’importanza. Francesco ha viaggiato e tuttora viaggia nel mondo, dalla sua iniziale Argentina fino al Giappone, all’Australia, alla Cina, a tutta l’Europa. Insomma il mondo: questo è Papa Francesco, il pontefice che ho conosciuto e che ho imparato ad apprezzare con un sentimento che si avvicina all’amicizia.
Gesù di Nazareth è il suo riferimento principale, ma questo è ovvio, ci mancherebbe. Gesù di Nazareth è un problema che il Papa ha sentito fin dai primi giorni della sua religiosità. Gesù si è fatto uomo. Lui che è Figlio di Dio, come dimostrò nell’orto dei Getsemani e poi sulla croce quando erano in tre inchiodati e Gesù si riconobbe in uno dei due e non già anche nell’altro che non credeva che lui fosse il salvatore.           
Questa è la religione di Francesco con tutta la massa di questioni che essa porta con sé sia per quelli che sono diventati e sono sempre stati religiosi e sia per gli altri che credono nel vivere, nel morire per vivere, nell’incontrarsi ed amarsi con quelli che nello stesso modo la pensano o nello stesso modo si sacrificano. 

Questo è il Papa che abbiamo e che il mondo possiede.      

Negli ultimi tempi il nostro Francesco vede e sente la necessità che il mondo cambi. È a suo modo un rivoluzionario. Non esistono e sono difficilmente esistiti Papi che somigliano a lui. Le religioni nel mondo sono numerosissime e ciascuna ha chi la dirige e chi ne accarezza la volontà ma la religione di Francesco si pone come un fenomeno mondiale e non per beneficiarne concretamente i risultati, ma per convivere con la cultura spirituale nei confronti di Dio. E Francesco ha sempre saputo sentire alcune profonde differenze all’interno di una stessa religione. Questo è il mondo, bisogna viverlo, cambiarlo, migliorarlo. Questo è il mondo: sappiatelo e vivete con esso. Il mondo è Dio e siamo noi, con le nostre qualità e i nostri errori. E a Francesco restituisco oggi la carezza che mi ha dato. 

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