Dopo oltre nove mesi non si vede uno sbocco nello scontro tra il presidente “de facto” Abdel Fattah al-Burhan e le Rsf guidate dal ribelle ex vicepresidente Mohamed Hamdan «Dagalo»
Trovare nuove rotte, nuove strade per raggiungere un popolo in fuga, oltre sette milioni e mezzo di persone che vivono la più grande crisi umanitaria al mondo. Crisi nascosta, nonostante le bombe, la fame, le epidemie. Sudan, cuore di un’Africa in cui i conflitti possono diventare infiniti e marcire nell’indifferenza, etichettati come polarizzazioni “etniche” e “tribali”, crocevia di interessi in cui potere e risorse sono spesso l’unica miccia, l’unica ragione di scontro. Le organizzazioni umanitarie hanno sempre meno accesso agli sfollati: la guerra tra esercito e paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), scoppiata il 15 aprile dello scorso anno, non solo si alimenta anche di razzie agli aiuti, ma ostacola in ogni modo i soccorsi alla popolazione.
Metà dei 49 milioni di sudanesi, si stima, hanno bisogno di aiuti urgenti ...
Il reportage di Paolo M. Alfieri continua a questo link:
sono sempre articoli/commenti molto interessanti. Grazie per tenermi aggiornata.
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