Arriva in sala il Leone d’oro di Venezia80 “Povere creature!” (“Poor Things”) di Yorgos Lanthimos, un film geniale, surreale che ha da poco ricevuto una pioggia di candidature ai prossimi Premi Oscar: correrà per 11 statuette tra cui miglior film e regia. Un racconto acuto e feroce, visionario, che richiama “Metropolis” e “Frankenstein”, con protagonista una magnifica Emma Stone.
Ai 96mi Academy Awards tallonerà il grande favorito “Oppenheimer” di Christopher Nolan: “Povere creature!” (“Poor Things”) di Yorgos Lanthimos è in gara con 11 nomination. Il film ha inaugurato la stagione 2023-24 nel migliore dei modi: il Leone d’oro a Venezia80, inanellando poi due Golden Globe di peso, miglior film comedy e attrice protagonista Emma Stone. L’audace e visionario regista greco lascia ancora una volta il segno con un racconto che si muove tra surreale, dramma fantastico e favola dark. Una sorta di Alice che abbandona il paese delle meraviglie e si immerge in una dimensione sociale disseminata di brama e ferocia. L’opera, da un racconto di Alasdair Gray, è sceneggiata da Tony McNamara.
La storia. Londra fine ‘800, una donna si getta da un ponte. La raccoglie sulle rive del fiume il dottor Godwin Baxter che decide, spinto dal desiderio della scoperta scientifica, di riportarla in vita trapiantandole un nuovo cervello. Nasce così la nuova vita di Bella Baxter. La giovane donna deve imparare nuovamente a parlare, a interagire e relazionarsi con gli altri; è come una creatura indifesa e curiosa verso il mondo. Un giorno viene sedotta dall’avvocato Duncan Wedderburn, che le fa scoprire la dimensione sessuale e la conduce in viaggio nelle principali capitali del Mediterraneo. Bella sperimenterà un vorticoso percorso di formazione, tra illusioni e abbagli brucianti.
La cifra narrativa di Lanthimos è inequivocabile: racconta la dimensione del reale ricorrendo al fantastico, all’onirico, ma anche all’incubo. Il suo cinema è geniale, surreale e provocatorio. Tra i suoi i titoli “The Lobster” (2015), “Il sacrificio del cervo sacro” (2017) e “La favorita” (2018).
Con “Povere creature!” Lanthimos ci introduce in un mondo che accosta la commedia nera al dramma feroce: mette in scena una favola capovolta, nerissima che sembra riprendere la figura di Alice di Lewis Carroll per calarla in uno scenario claustrofobico, ammaliante e gotico. Bella è una creatura splendida d’aspetto, svuotata però nella personalità, pronta a essere riplasmata dal suo creatore Godwin – ottimo Willem Dafoe –, che lei chiama “God”, dio. Ma qualcosa va “storto”: Bella matura subito idee proprie, desideri, insofferenze. Alla prima occasione, fugge via e si immerge nel mondo, che però non le risparmia nulla: dall’iniziale ebbrezza, anche fisico-sessuale, per passare rapidamente a povertà, disparità sociale, mercificazione del corpo e ripetute crudeltà da parte di uomini predatori. Lanthimos strappa sorrisi e inquietudini allo spettatore, chiamato a seguire le vicissitudini di Bella per fare esperienze (brutali) della realtà. Il racconto sa essere colto, profondo, ilare, scomodo ed esplicito. L’autore non risparmia nulla alla sua Bella, ma neanche allo spettatore. “Povere creature!” è un’opera interessante e acuta, però di non facile, di certo per un pubblico adulto. Complesso, problematico, per dibattiti e che pone anche al centro l’attualissimo tema se alla scienza è permesso tutto o no
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