Valigia Blu: Il Medio Oriente visto dall’interno attraverso un sondaggio dai risultati interessanti

Gli esiti di un sondaggio condotto dall’Arab Center for Research and Policy Studies di Doha Doha (influente e accreditato nell’area), interpellando 8 mila persone di sedici paesi arabi tra il 12 dicembre al 5 gennaio scorsi.



I rappresentanti di Teheran non omettono mai di ricordare ai loro interlocutori europei che l’Occidente si dimostrato molto infido tanto da abbandonare per primo l’accordo sul nucleare iraniano del 2015, con il ritiro unilaterale da parte dell’amministrazione Trump nel 2018: così spingendo – lo dicono i fatti - la Repubblica Islamica a violarlo essa stessa a partire dal 2019, e a stringere sempre di più la sua cooperazione politica, economica e militare con la Russia di Putin, l’invasore dell’Ucraina, con Pechino e con un “Sud globale” sempre più insofferente alle pretese egemoniche degli Usa e dei suoi alleati. 

D’altronde, gli argomenti di Teheran hanno trovato dopo il 7 ottobre un terreno più fertile per attecchire nelle opinioni pubbliche arabe, come dimostrerebbero gli esiti di un sondaggio condotto dall’Arab Center for Research and Policy Studies di Doha (influente e accreditato nell’area), interpellando 8 mila persone di sedici paesi arabi tra il 12 dicembre al 5 gennaio scorsi. Dal rapporto emerge in particolare che il 69% degli intervistati ha espresso solidarietà ai palestinesi e sostegno ad Hamas, mentre il 23% è solidale con i palestinesi ma contrario ad Hamas. Sempre il 67% ritiene quella del 7 ottobre un’azione di resistenza legittima da parte di Hamas, mentre solo il 5% la considera illegittima, e il 3% la giudica legittima ma con azioni atroci o criminali. 

Sulle ragioni dell’azione di Hamas, il 35% degli intervistati pensa che la più importante sia stata la continua occupazione israeliana dei territori palestinesi, il 24% la necessità di difendere la moschea di Al-Aqsa e l'8% l’assedio della Striscia di Gaza. Solo il 2% pensa che Hamas abbia seguito l’agenda dell’Iran in Medio Oriente, e il 7% che Teheran sia la minaccia più grande della regione, un dato dimezzato rispetto al 2018. Nel contempo il 51% è convinto che la minaccia maggiore sia rappresentata dagli Usa e il 26% da Israele. Sempre in merito alla Repubblica Islamica, il 48% ha un parere positivo sulla sua posizione in relazione alla Palestina, contro il 37%   che lo giudica negativo. Ma i giudizi sono del resto divisi anche sulla posizione della Turchia, della Cina e della Russia. Quasi unanime invece l’opinione negativa su quella degli Usa (94%), ma anche di Francia (72%), Regno Unito (78%) e Germania (75%).  Last but not least, l’89% degli intervistati respinge il riconoscimento di Israele, rispetto all’84% del 2022, e solo il 4% lo sostiene. Significativo il dato dell’Arabia Saudita, che prima del 7 ottobre sembrava vicina a un’intesa con Israele, dove i contrari al riconoscimento sono passati in un anno dal 38% al 68%. 

Insomma, per quanto un sondaggio sia sempre una fotografia imperfetta della realtà, i dati confermano come la guerra a Gaza abbia allontanato sempre di più anche il mondo arabo dall’Occidente. Materia su cui riflettere per gli opinionisti, ma soprattutto per quei politici che vogliano davvero porre fine per sempre non solo a quest’ultimo conflitto, ma anche alla sofferenza e alle morti che accompagnano da decenni l’irrisolta questione palestinese.

(Luciana Borsatti)

 

Nessun commento:

Posta un commento