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La tentazione è una scelta da fare

Marco presenta la tentazione non come un inciampo, ma come un'azione addirittura spirituale. La tentazione, nella Bibbia, non è immediatamente una spinta al male. È una prova, un test, che ha come banco di prova il cuore: il cammino di Israele nel deserto è stato permesso da Dio «per metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore» (cfr. Dt 8,1-5). 

Perciò la vera azione dello Spirito non è la fuga in paradisi spiritualistici, in mistiche disincantate, ma l'affrontare l'esigente discernimento del proprio cuore, riconoscere le spinte di divisione da Dio e l'idolatria del proprio io. La tentazione è porsi di fronte alla possibilità fra il bene e il male e scegliere, attraverso una coscienza morale.
In questo senso, oggi assistiamo alla grave deriva di un venire meno proprio della distinzione tra bene e male: c'è un'indifferenza del valore dell'agire. C'è la perversa concezione che uno deve fare quello che si sente, quello che gli piace, non importa se sono comportamenti buoni o cattivi. Quindi oggi il cedere più grave alla tentazione è, paradossalmente, la scomparsa della prova, l'indifferenza dell'agire, l'irresponsabilità di non voler accettare regole e limiti. 

La riflessione di Alberto Vianello continua a questo link:

https://www.monasteromarango.it/la-tentazione-di-non-essere-provati

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