Ogni giorno emigrano dalla Siria 500 cristiani siriani. “La nostra più grande ferita è veder partire i cristiani”, afferma il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria. “Vediamo queste Chiese morire. Per noi è come un’altra bomba". Lo ha detto durante il 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane. Sull'attualità del conflitto, dopo i raid di Israele contro le postazioni iraniane in Siria, afferma al Sir: “Se si continua di questo passo temo una escalation internazionale. Per trovare una soluzione politica alla guerra “devono muoversi tre Paesi: Damasco, Washington e Bruxelles. Soprattutto l’Europa potrebbe fare di più"
“Le notizie sulla Siria non vendono più, ora si parla solo di Gaza e Ucraina. Siamo stati dimenticati dai media e dalla comunità internazionale. Ma da noi le bombe continuano a cadere”. Parla senza filtri e a ruota libera il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria dal 2008, in questi giorni a Grado per partecipare al 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, a cui partecipano 600 delegati da tutta Italia. Durante una delle quattro assemblee tematiche della mattinata snocciola le cifre che descrivono un Paese distrutto dal conflitto e dalla povertà (il 15 marzo il conflitto è entrato nel 14° anno), con 16,7 milioni di persone (i tre quarti della popolazione) che sopravvivono solo grazie agli aiuti umanitari. Il 90% della popolazione è sul lastrico. Mezzo milione di morti (tra cui 29.000 bambini) e 12 milioni di persone fuggite, tra cui 7 milioni di sfollati interni...
Il reportage di Patrizia Caiffa è a questo link:
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