Tre diverse letture sulla "Dignitas infinita" (2). Oggi il disagio del Dicastero: fede ecclesiale, nuovi paradigmi ed anche la questione del gender

Dopo l'approfondimento di Antonio Autiero postato ieri, oggi quello del teologo Andrea Grillo.
Non vi è dubbio che, alla terza occasione in cui il Dicastero per la dottrina per la fede, sotto la guida del Card. Fernandez, si pronuncia ufficialmente, dimostra con evidenza una sofferenza dottrinale che merita di essere considerata. 


Dignitas infinita porta in primo piano una specifica questione che potremmo esprimere in questo modo:  come si deve muovere argomentativamente una dottrina cattolica che voglia davvero prendere sul serio l’invito, del Concilio Vaticano II e poi di papa Francesco, a distinguere tra “sostanza dell’antica dottrina del depositum fidei” e la “formulazione del suo rivestimento”? Qui troviamo, come guide, non solo le indicazioni conciliari, ma di recente, il grande Proemio a Veritatis Gaudium, alcune istanze chiare già di Evangelii Gaudium, la recente lettera di papa Francesco al nuovo Prefetto e infine alcuni passi significativi contenuti nel Documento di Sintesi del Sinodo dei Vescovi.
Se alla fine di un documento sulla “dignità infinita” dell’uomo e della donna ci si confronta con quella che viene chiamata “ideologia gender” e si usano, come uniche fonti citate in nota, le parole che papa Francesco ha pronunciato in diverse occasioni, senza mai esaminare l’oggetto del giudizio (la teoria di genere) in modo complessivo, ma considerandola solo per i suoi contenuti “ideologici”, si viene meno a quel compito di “intelligenza della fede” che non può convocare la cultura contemporanea solo “in contumacia”.

Siamo sicuri che una lettura della donna come “pienamente degna di esercitare la autorità” possa essere portata a buon fine senza una “lettura di genere”? 

La riflessione di Andrea Grillo è a questo link:



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