Vite ferme: storie di migranti in attesa

Si parla molto, e molto si scrive, di asilo, di rifugiati, di politiche di accoglienza e più ancora di non-accoglienza. Al netto delle trappole del senso comune e delle retoriche ostili, quelle che confondono immigrati e rifugiati, parlano di una crescita “esponenziale” dell’immigrazione senza guardare i dati, pensano che l’Italia sia il crocevia delle migrazioni verso l’Europa a causa della sua posizione geografica, anche i discorsi più seri e fondati trattano quasi sempre del fenomeno dall’alto e dall’esterno. 

Criticano le politiche governative, e ci vuol poco; fanno le pulci al sistema italiano di gestione dell’asilo, anche in questo caso con poca fatica; attaccano l’accoglienza “umanitaria”, che non piace agli intellettuali “impegnati” e ai loro epigoni, ma raramente hanno osservato da vicino e dall’interno la vita dei centri di accoglienza e l’esperienza quotidiana delle persone lì ospitate.

Il libro di Paolo Boccagni da poco pubblicato ha invece il merito e insieme l’originalità di raccontare un’esperienza di osservazione diretta, ravvicinata e prolungata della vita di numerosi richiedenti asilo accolti in una struttura della città di Trento.

Il filo conduttore del lavoro è rappresentato dagli spazi del centro, dalla portineria, all’ufficio degli operatori, alle camere che ospitano le persone accolte. Nelle stanze prende forma l’esistenza sospesa delle persone, di cui Boccagni evita volutamente di raccontare le origini e la storia, per concentrarsi sulla loro quotidianità: come vivono lo spazio loro assegnato, come interagiscono con gli operatori e con gli altri ospiti, come si misurano con le regole della convivenza, come ...

L'intera recensione di Maurizio Ambrosini è a questo link:

https://www.rivistailmulino.it/a/vite-ferme-storie-di-migranti-in-attesa?&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Strada+Maggiore+37+%7C+Migrazioni%2C+attese%2C+respingimenti+%5B9536%5D



 

1 commento:

  1. Da due mesi, attraverso l'ufficio migranti, ho chiesto e pagato il visto con un contratto di lavoro per una persona dello SriLanka, ma nessuna risposta. L'Ufficio migranti mi suggerisce di trovarmi un avvocato. Che dire?
    Rinaldo Gusso

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