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Il Grande gioco nel Sahelistan sulla pelle dei disperati in fuga

Ah! Il Sahelistan... dove tutto sembra dissolversi nella incandescenza immobile del deserto; e il vento che quando si leva sembra avere una follia di vendetta contro le cose; un lampo verde e azzurro, il fiume il Niger nella sua pigra corsa verso il mare, vitalità fremente che fa fronte all'oceano di sabbia giallo fino al delirio... E ancora jihadisti, colonnelli ambiziosi fino alla rivolta, presidenti corrotti, migranti e passeur, mercanti d'armi e cercatori d'oro, mercenari russi intrighi traffici golpe... Le giunte militari qui mettono una tassa sulle chiamate dei telefonini per finanziare la "lotta anticoloniale" e gli aspiranti migranti indigeni, troppo poveri perfino per pagare la traversata del deserto, scappano in piroga verso il Benin.

Ebbene sì: qui abbiamo individuato la nostra nuova Giarabub. La Quarta Sponda da oggi inizia sul fiume Niger tra coccodrilli e parchi tematici della povertà. Con popolazioni civili strette nella morsa di una guerriglia fanatica e di eserciti barbari e senza principi. Gente in uniforme o jallabia che non ha altro al mondo che il suo kalashnikov che una oscena diseguaglianza che uccide chi non ha nemmeno quello. Insomma una strage quotidiana degli innocenti diventati peggio che ostaggi, bersagli. Succedono davvero cose incredibili nelle capitali del Sahel, da sei mesi golpista e antifrancese.

L'avvicendarsi dei colonialismi da queste parti non è scandito dalle visite, irrilevanti, di ministri e presidenti. Quelli vengono a saldare il salario dei satrapucci locali in società di affari, le tangenti qui si chiamano pudicamente contributi per lo sviluppo. Quello che scandisce le successioni alle leve di comando sono i passaggi di testimone tra i "barbouze", tra le barbe finte dei Servizi. Bene. È fatta: cacciati i francesi, insopportabilmente molesti, dal loro "pré carré", con le valigie pronte gli americani, in questa guerra di pezzenti e di scabbiosi ma che puzza di uranio, petrolio e di soldi di trafficanti, adesso tocca a noi. Finale di partita. Liquidazione. Ruolo perfetto per infiocchettare i doppi fondi del piano Mattei. Invece di fare penitenza, di contemplare i frutti dei loro loschi commerci, i Grandi lasciano il posto agli ascari italiani. Vediamo come se la cavano con i jihadisti del califfato d'Africa e con gli spicci liquidatori della Wagner. ...


L'articolo di Domenico Quirico continua a questo link:

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