Già il titolo della Dichiarazione del Dicastero Vaticano per la dottrina della fede merita una particolare attenzione. Il motivo non è tanto per la sua originalità, dal momento che esso rimanda ad una espressione già ricorrente in precedenti testi di magistero pontificio, quanto piuttosto per quell’interessante e provocatorio spazio evocativo creato dalla figura dell’infinito, racchiusa nell’aggettivo scelto a qualificare la dignità, di cui il documento vuole parlare.
Sul tema stesso della dignità umana la voce del magistero non è nuova e per entrarci fornisce anche una chiarificazione previa sull’ampiezza semantica del concetto di dignità, distinguendone le dimensioni ontologica, morale, sociale, esistenziale, con il chiaro indicatore di importanza fondativa dell’approccio ontologico. Questo fattore non è marginale, perché crea in realtà sia la cifra di lettura che l’opzione interpretativa in cui il documento intende collocarsi.
Ma l’impianto rigidamente ontologico avrebbe dovuto essere integrato con uno sguardo fenomenologico, non meno rigoroso, ma di certo più calibrato, flessibile e promettente dal punto di vista ermeneutico....
Il commento è a questo link:
Nessun commento:
Posta un commento