Dopo la sua Assunzione sono cinque “segni” che misurano l’essere sua Comunità con la quale e nella quale lui continua ad operare
Dopo averci indicato dove e come incontrare il Risorto e averci dato in due immagini, quella del Pastore bello e quella della vite, il nocciolo del messaggio e della missione di Gesù assieme all’invito non a corrispondere a lui l’amore con il quale ci ha amato, ma a rivolgerlo agli altri con le stesse modalità con le quali il Padre ama lui creando una catena virtuosa, oggi c’è il passaggio di consegne nella missione di render concreto il mondo nuovo, il Regno del Padre al quale Gesù ha dato inizio.
La scorsa domenica l’Evangelo di Giovanni si concludeva con Gesù che diceva: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”, oggi Marco riprende all’inizio ed alla fine della narrazione dell’Ascensione proprio questo punto: “Andate in tutto il mondo … essi partirono e predicarono dappertutto”. Invito che purtroppo è stato interpretato nei secoli come l’incarico di fare proseliti ricorrendo anche alla coercizione, mentre ci è chiesto solamente di annunciare fedelmente l’Evangelo: le conversioni sono opera dello Spirito. Ce lo insegna anche la parabola del seminatore che, dopo aver gettato il seme, “dorma o vegli” questo spontaneamente germoglia e cresce senza che lui debba fare nulla (Mc 4,26-34). L’importante è che la “lieta notizia”, l’amore incondizionato di Dio per l’uomo, sia davvero annunciato a tutti; questo vale anche per i malvagi, nessuno ne è escluso. Anzi di più, deve essere “proclamato ad ogni creatura” quindi a tutto quel creato che, invece di accudire perché giunga a compimento, stiamo massacrando e gli effetti si vedono in una natura sconvolta. Sembra quasi, guardando gli stravolgimenti che avvengono sempre più frequenti, si stia tornando al caos iniziale.
Un’altra incomprensione sta in quell’annuncio di Gesù: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”. “Salvato” non significa che quando morirà andrà in Paradiso scortato dagli angeli bensì che, chi aderisce all’Evangelo diventando discepolo e continuando l’opera iniziata da Gesù, realizza in pienezza la sua umanità immergendo (il battesimo) le proprie radici nella linfa della vite, della vita vera secondo il progetto di misericordia di Dio. Il non aderirvi significa il fondare la propria vita su altri progetti che possono portare lontani dalla piena realizzazione della propria umanità.
Gesù poi indica 5 segni che caratterizzeranno coloro che crederanno nell’annuncio che lui è venuto a portare, iniziando così il Regno di Dio nella nostra realtà e che ci chiede di implementare con coerenza e continuità.
Il primo è che “scacceranno i demoni”. Attenzione però: non centra nulla l’attività degl esorcisti. Questi “demoni” rappresentano quelle situazioni che fanno parte del nostro quotidiano nelle quali può essere facile per chiunque cadere. Sono quelle realtà legate al mondo “vecchio” dal quale i discepoli hanno avuto il mandato di “strappare via” (= perdonare) gli uomini per iniziarli a quello “nuovo”, dall’essere centrati sul proprio io al porre al centro il bisogno dell’altro. I demoni del mondo vecchio partono tutti dall’egoismo, dall’orgoglio, dalle falsità di ogni.
Poi “parleranno lingue nuove”. È la presunzione di aver sempre ragione e di poterla imporre anche con la forza invece che con il dialogo, con il farsi carico anche dell’opinione dell’altro. È l’insulto che ottenebra la mente e può far giungere fino alla violenza delle armi. È la partigianeria, lo scegliere una delle parti in contesa invece che di essere equivicini alle due realtà di un conflitto che genera sofferenza in ambedue i contendenti. Il linguaggio nuovo è quello dell’amore, del perdono, del servizio incondizionato.
Il terzo è che, con una classica immagine biblica, “prenderanno in mano i serpenti” cioè non si lasceranno convincere a deviare dalla via della sequela dalle lingue biforcute diciamo oggi e opereranno perché il lupo possa dimorare con l’agnello facendosi operatori di pace.
“Se berranno qualche veleno non recherà loro danno”. Di veleno nella nostra società ne circola tanto a partire dal “chiacchericcio” come lo chiama papa Francesco, fino alla prassi delle insinuazioni dietro la maschera di innocue ipotesi creando una zona grigia all’interno della quale viene difficile distinguere il vero dal falso. È un richiamo alla parresia, ad un linguaggio che sia “si, si, no, no” (Mt 5,37).
Infine “Imporranno le mani sui malati”. Qui il testo greco non afferma che “questi guariranno” (compito dei medici se nelle loro possibilità) ma letteralmente “ne avranno beneficio” se te ne prenderai cura e così troveranno un senso anche nei momenti difficili di malattia e di fragilità.
Gesù fu assunto in cielo ma non se ne è andato perché ha invece continuato, anche oggi, ad operare assieme ai discepoli; cioè lui non è più in Palestina ma ovunque noi rendiamo presente la “lieta novella” che il Regno di Dio è tra di noi, perché tutti possano accorgersene ed entrarci.
(BiGio)
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