Immaginare il nemico

Come mai Gesù Cristo, Gandhi, Martin Luther King sono riusciti a reagire senza “immaginare” il nemico?

Nemico è parola strana. Si definisce solo per opposizione. Non ha una sua consistenza, non indica qualcosa che ha una sua realtà propria, ma si limita a negare la realtà opposta: “in (negazione) – amicus (amico)”. Eppure la si usa costantemente indicando, invece, qualcuno o qualcosa che ha una propria consistenza reale, tanto da immaginare, nei casi più gravi, che esso debba essere distrutto o, in quelli meno gravi, debba essere vinto e contenuto.
Addirittura la propria identità (personale, culturale, religiosa…) si definisce proprio in base all’esistenza di un nemico, rovesciando la logica delle cose. Senza nemici non ci sarebbe consistenza e il proprio valore starebbe proprio nel fatto che esistono dei nemici, che noi reputiamo tali, a prescindere dal fatto che loro ci considerino così.
E, purtroppo, nella fase che stiamo attraversando, sembra che la diffusione di questo rovesciamento della logica delle cose sia in aumento, sia nelle destre che nelle sinistre culturali e politiche. Perché siamo sempre più spinti, culturalmente, socialmente e personalmente, a definire con difficoltà la nostra identità, che oggi sembra essere ...

La riflessione di Gilberto Borghi continua a questo link:

https://www.vinonuovo.it/attualita/societa/immaginare-il-nemico/









 

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