Giubileo significa il ritorno delle indulgenze ... è necessaria una rilettura seria

Quando si avvicina un Giubileo, scattano le abitudini, quelle buone e quelle meno buone. Tra di esse c’è il recupero dall’armadio dello scheletro delle indulgenze. 


Dico lo scheletro a ragion veduta. Non credo che sia giusto presentare la indulgenza come “un grande regalo” che riceviamo nel Giubileo. Non è così. Ma, proprio per le ragioni addotte fin qui, la indulgenza non è un “regalo”, ma il “condono di un debito”. Nessuno può vedere il regalo che riceve, se non sa di avere un debito. E la fede non basta da sola. Occorre la coscienza che la penitenza non si fa né solo né anzitutto nel confessionale. Ed è questo che oggi manca quasi del tutto.

Una serena rilettura della tradizione può farci comprendere che non si tratta di considerare “troppo mercantile” la visione rifiutata da Lutero per salvare una prassi del XIV secolo. Si tratta invece, non contro  Lutero, ma anche con il suo aiuto, di riscoprire che cosa significa “fare penitenza”. Per questa esperienza la ferialità penitenziale corrisponde alla festività della eucaristia, non della indulgenza.

La rilettura delle indulgenze di Andrea Grillo è a questo link:

https://www.cittadellaeditrice.com/munera/e-se-le-indulgenze-sono-senza-materia/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR02XKYbtkNuHlb8sonTuMgBqqNBBX59MSzicoyA2DTjGeMWPBwx39eC_mk_aem_ASsdKgeKK919ZgEcVBMUCRXU1EAPzmr1b7fluYSFXV7tRCLnhN0e2WoiIBP8dk4z96lBj0JsTzX7tQSq69mR44Gb

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