Ci sono tanti giovani che ci credono ancora alla possibilità di rinvenire il senso e di spendersi per qualcosa, e sono questi a cambiare il mondo, un pezzetto alla volta. Personalmente ho la fortuna quotidiana di incontrarne, e forse anche il privilegio di contribuire a riaccendere in non pochi di loro la scintilla di desideri grandi e belli e veri. Ragazzi e ragazze che se lo bevono pure il vino con gli amici, come fa Ultimo con i suoi, ma che non fanno di questo l’alternativa a farsi carico del dovere di trovare la propria vocazione specifica ad amare
Domenica 19 maggio, mentre la Chiesa celebrava la Pentecoste, il giovane cantante Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera” circa la situazione a suo modo di vedere critica della “generazione z”, quella nata con uno schermo touch tra le mani, con il rischio di guerre e pandemie sullo sfondo del quotidiano e una rassegnata certezza circa le proprie possibilità economiche future – i ragazzi di oggi, insomma.
Non possiamo non condividere il punto di partenza del giovane cantante: “Essere giovani oggi è tremendo. Perché sei senza punti di riferimento.” E poi prosegue: “Non conosco nessun ragazzo della mia età che vada a votare, e nessuno che vada in chiesa”.
Non possiamo non condividere il punto di partenza del giovane cantante: “Essere giovani oggi è tremendo. Perché sei senza punti di riferimento.” E poi prosegue: “Non conosco nessun ragazzo della mia età che vada a votare, e nessuno che vada in chiesa”.
Nel corso dell’intervista, tuttavia, l’interesse di un lettore desideroso di capire e immedesimarsi nel punto di vista di un ragazzo che, secondo i parametri del mondo, “ce l’ha fatta” non può che scemare, e lasciare il posto a una certa delusione.
L'intera risposta di Alessandro Di Medio è a questo link:
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