Dare troppo peso alla sessualità, quasi facendone l’unico elemento della vita di coppia: una preoccupazione moralistica che va superata
Nel documento sembra che serpeggi un certo timore della sessualità, per cui il rischio è quello di fare del sesso, paradossalmente, proprio ciò che a parole si vuole evitare: il centro della vita di coppia. Si dà quasi l’impressione che sistemata la castità, il resto venga di conseguenza: «Da coniugi, infatti, emerge, in modo ancora più evidente, l’importanza di quei valori e di quelle attenzioni che la virtù della castità insegna: il rispetto dell’altro, la premura di non sottometterlo mai ai propri desideri, la pazienza e la delicatezza con il coniuge nei momenti di difficoltà, fisica e spirituale, la fortezza e l’auto-dominio necessari nei tempi di assenza o di malattia di uno dei coniugi» (57).
In realtà, una vera maturazione cristiana, sempre bisognosa di affinamento, crescita, conversione, non può dividere in modo così statico l’umano: anche la crescita della pazienza favorisce la castità, ad esempio. E che dire della fortezza? Insomma, c’è ancora, purtroppo, un moralismo di fondo che scambia per etico ciò che sembra essere semplicemente una sorta di “purità sessuale”. Per tali ‘strabismi’ la morale cristiana ha non poco pagato dazio, facendo spesso ricadere il costo finale sulle coppie che, volendo essere fedeli alla Chiesa, hanno faticato parecchio a vivere la sessualità anche dopo il matrimonio come atto d’amore, e a renderla una delle tante componenti della vita di coppia.
Ancora: in una prospettiva sessuocentrica, si dice che i pericoli che corrono i giovani sono ....
L'analisi a cura di Sergio di Benedetto e Gilberto Borghi a questo link:
https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/verso-il-matrimonio-5-sulla-sessualita/
A questo link tutte le riflessioni precedenti, alcune di queste già segnalate su questo Blog:
https://www.vinonuovo.it/teologia/
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