Cosa significa o come esprimere oggi l’Eucaristia in quanto sacramento della presenza di Cristo e del suo sacrificio?

A 6 mesi dalla morte (19 febbraio 2022), in sua memoria pubblichiamo una illuminante riflessione sull'Eucaristia di Carlo Molari, uno dei più importanti teologi contemporanei


Cosa significa o come esprimere oggi l’Eucaristia in quanto sacramento della presenza di Cristo e del suo sacrificio?

Per l’esercizio della fede i credenti entrano in relazione con Cristo risorto attraverso il rito. In questo senso non sono esatte tutte le formule che utilizzano parametri spaziali, che parlano cioè di Gesù dentro l’ostia o immaginano una sua presenza in miniatura. Egli infatti non è nello spazio, come l’attore non è dentro il televisore o l’interlocutore dentro la cornetta del telefono.

La domanda pervenutami precisava: «ti chiediamo, se possibile di prendere in esame un quesito da tempo dibattuto e che si ripropone ogni Pasqua, ogni processione con l’Ostia, ogni ‘infiorata’ devozionale, ogni adorazione eucaristica: che cosa si intende oggi per «presenza reale» del Signore? La comunione con Dio che abita il cuore dell’uomo, nostalgia a volte inascoltata e inespressa, abita anche e prima il cuore del Padre: come può essere meglio presentata? Dicendo che è un Mistero? E perché abbiamo parlato della transustanziazione, parlato del sacrificio della Messa … Il linguaggio teologico … va attentamente rivisitato. Ma come?»

Prima di tutto vorrei ricordare che non sempre dobbiamo cambiare le parole per rinnovare il messaggio. Le stesse parole cambiano di significato e il loro sviluppo può costituire un passo avanti anche nella comprensione della vita e della dottrina di fede.

La parola presenza, per esempio, può essere intesa in modi nuovi corrispondenti alle diverse attività che rendono possibili rapporti inediti. A livello umano, infatti, con il termine presenza, si indica il rapporto che si stabilisce fra persone diverse. Vi è una presenza spaziale, per persone che sono nello stesso luogo, una presenza elettronica, per persone che si parlano al telefonino o attraverso qualche programma del computer, una presenza intenzionale, per persone che si pensano, una presenza puramente simbolica, attraverso una foto o un ritratto ecc. secondo il tipo di attività che rende attuale la relazione.


L'intera interessante e arguta riflessione di Carlo Molari a questo link:


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