Addio paradisi fiscali, investimenti solo in settori “religiosamente corretti”, con criteri che vanno oltre i soliti Esg: niente short selling o operazioni speculative, niente pornografia, laboratori che lavorano con cellule staminali, alcolici, persino il nucleare è considerato contrario alla dottrina della Chiesa. Il pugno duro di Papa Francesco
Il cammello passerà per la cruna dell’ago, secondo la famosa immagine usata da Gesù nel Vangelo scritto dal pubblicano esattore delle tasse, l’apostolo Matteo.
C’è una differenza sostanziale infatti tra lo scandalo finanziario del palazzo di Londra (per cui sono a processo dieci imputati tra cui il cardinale Angelo Becciu), e gli altri che si sono succeduti a cadenza ritmica in Vaticano (da quello del Banco Ambrosiano fino agli ultimi che hanno coinvolto lo IOR, la cosiddetta banca vaticana).
Ed è questa: lo scandalo di Londra ha già prodotto cambiamenti strutturali e regolamentari tali da far dichiarare al Papa in una intervista alla Reuters di essere ragionevolmente ottimista che cose del genere non si ripeteranno. (7 luglio 2022) .
Martedì 19 luglio 2022 il Vaticano ha annunciato anche come ciò avverrà. Visto che dal 1 settembre di quest’anno entrerà in vigore la nuova politica degli investimenti, che sarà gestita dall’apposito Comitato per gli investimenti adesso presieduto dal cardinale americano (Camerlengo) Kevin Farrell e di cui fanno parte 4 laici appena nominati.
Non solo gli investimenti saranno centralizzati e in capo all’Apsa, non solo avverranno tramite un unico canale bancario canale, quello dello IOR (e non attraverso magari banche estere chiuse per riciclaggio, come avvenuto appunto di recente). Non solo non ci saranno più feudi autarchici, come si era trasformata la Segreteria di Stato, che gestiva da sola e senza controllo un consistente tesoretto di centinaia di milioni.
Soprattutto gli investimenti dovranno essere coerenti con la Dottrina della Chiesa e con la necessità più volte richiamata dal Papa che il denaro “deve servire e non comandare”.
L'intero articolo di Maria Antonietta Calabrò a questo link:
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