Grazie alla vita e al mio clan/fuoco per avermi dato la possibilità di incontrare Paola Deffendi e Claudio Regeni, mamma e papà di Giulio.
I luoghi di un campo non si riducono a paesaggi se si sceglie di incrociarne le storie. E se viviamo una route che, se Dio vorrà, ci vorrà a Tarvisio pedalando a partire dalla bassa friulana non possiamo non fare a tappa a Fiumicello, paese dove Giulio è cresciuto e dove, nonostante tutto, continua a "fare cose".
Sul suo corpo hanno scatenato "tutto il male del mondo", nel sorriso di Claudio e Paola abbiamo intravisto scampoli di Resurrezione.
Caro Giulio, grazie per averci ospitato a casa tua. Da domani, a pedalare in direzione Tarvisio, c'è una nuova piccola onda gialla che continuerà a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni.
(Lorenzo Lazzari)
Con i genitori di Giulio Regeni la nostra route è diventata oggi uno straordinario momento di coscienza politica che non potremo certo dimenticare. Negli occhi degli scout del Marghera 1 non c'era solo commozione quando Paola e Claudio Regeni sono riusciti a trasformare il racconto della barbara violenza che ha ucciso a 28 anni il loro figlio, in una lezione di grande responsabilità civile verso tutte le ingiustizie.
Ma come fate, ci siamo chiesti ascoltandovi con grande attenzione, a non perdere la fiducia nelle istituzioni che dovrebbero e potrebbero dare finalmente "Verità e giustizia per Giulio Regeni". Celebrando l'Eucaristia con il saggio don Gigi che era grande amico e confidente di Giulio, ci avete comunicato la vostra ferma speranza che lottando insieme sarà comunque possibile cambiare questo sistema ingiusto.
Non dimenticheremo le vostre consegne, quella di papà Claudio: "Siate sempre coerenti nelle vostre scelte come lo è stato Giulio, sempre preoccupato del rispetto dei diritti di tutti e prima di tutto dei meno garantiti. Fate prevalere i diritti umani sugli interessi economici".
E anche la consegna di mamma Paola ci ha colpito: "Giulio coglieva e reagiva fin da piccolo ad ogni situazione di ingiustizia. Anche voi appassionatevi ai vostri studi e alla ricerca, per mettere la vostra conoscenza a servizio di un mondo più giusto".
Conoscendo l’obbrobrio delle torture che il vostro Giulio ha subito e vergognandoci per l'ipocrisia che impedisce ancora, dopo sei anni, di sapere che i responsabili dell'assassinio di Giulio sono stati processati, chi ha colpito il vostro grande sorriso che ci ha avvolto e la serenità che orienta la vostra vita per sempre stravolta.
Grazie Paola e Claudio per la tenerezza forte con cui, come una mamma e papà speciali, ci avete consegnato non solo quel braccialetto giallo che tiene viva la causa, ma soprattutto la vostra grande passione per la verità e la giustizia. Ora tocca a noi farla diventare nostra.
(Nandino)
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