Intervista al paziente tetraplegico che a ottobre 2022 ha avuto l’ok per poter morire dall’Asur Marche, ma ha deciso di rinunciare. “Le mie condizioni sono peggiorate, ma ora che ho la chiave per uscire dalla prigione del corpo ogni attimo mi sembra prezioso”
Antonio parla forte e chiaro, sorride, anzi scherza, come sempre. Si collega dalla sua casa nelle Marche per raccontare la sua dirompente e umanissima scelta. «La mia famiglia ha fatto una festa, mia madre piangeva, gli amici mi abbracciavano».
Quarantaquattro anni, tetraplegico, immobilizzato dal tronco in giù dopo un gravissimo incidente di moto nel 2014, Antonio, così ancora si fa chiamare, era stato il secondo paziente in Italia, dopo “Mario”, cioè Federico Carboni, morto a Senigallia nel giugno del 2022, ad ottenere dall’Asur Marche, assistito dall’Associazione Luca Coscioni, il via libera al suicidio assistito, secondo le regole decise dalla Consulta nel caso di Dj Fabo. Doveva accadere a ottobre, era tutto pronto. I documenti, il medico, i tanti addii.
Antonio, lei ha lottato con tutte le sue forze per ottenere il diritto di morire. Poi ha scelto invece, felicemente, di continuare a vivere. Le sue condizioni sono migliorate?
«No, purtroppo lentamente peggioro ogni giorno.....
L'intervista di Maria Novella De Luca continua a questo link:
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